lunedì 6 febbraio 2012

Il blog come palestra di scrittura?

Vista la scarsa partecipazione al nostro blog, nato come strumento di comunicazione, vien da porsi la stessa domanda che è stata rivolta alla scrittrice sarda Michela Murgia, a proposito del blog da lei aperto tempo fa, e poi sfociato nell'imperdibile testimonianza sul precariato dei call center Il mondo deve sapere


Il blog ti è servito come palestra di scrittura? per l’allenamento quotidiano, il riscontro immediato con i lettori?
«Non mi è servito come palestra di scrittura, ma sicuramente come luogo di consapevolezza e come laboratorio dove sperimentare l’orizzontalità dei flussi di comunicazione, una cosa che da scrittore, relazionandomi solo con la mia pagina, non ho più modo di vivere. Scrivere quelle cose nel blog le ha trasformate, attraverso la condivisione e lo scambio, in un fatto di tutti, da cui nessuno poteva sentirsi escluso».
"Il blog, con la sua orizzontalità, era lo strumento perfetto per esprimere dinamiche comunitarie", aggiunge la Murgia nella postfazione del suo romanzo tragicomico.
E allora, se condividete il fatto che il mondo deve sapere, perché non farci sapere anche la vostra?

20 commenti:

  1. Il fatto di prendere lo spunto dagli scritti pubblicati su un blog, per poi scrivere un libro, in questo caso "Il mondo deve sapere", mi sembra che sia un'idea originale e creativa. In più direi che è un bel motivo per comprarlo e leggerlo.Brava Michela!
    A dirvi la verità molte volte mi sono fatta questa semplice domanda. A cosa serve un blog? La maggioranza delle definizioni che leggo coincidono:"Serve a divulgare, a condividere qualcosa che è importante o interessante". Secondo me prospettiva molto piatta. Eppure continuo a pensarci. Informare, istruire, condividere non è mica poco. Se oltre a queste funzioni ne aggiungiamo altre, la cosa cambia. Il nostro blog è uno strumento di lavoro, attraverso il quale possiamo fare pensare agli altri, possiamo ripassare la grammatica italiana, possiamo sfogarci picchiando ferocemente sui tasti, possiamo toglierci la soddisfazione di vedere pubblicati i nostri scritti, possiamo confrontare le proprie ideee per poi scambiarle, possiamo esprimere la nostra creatività, le nostre frustrazioni, i nostri disagi del quotidiano, possiamo stimolare i nostri sensi per compensare il senso di vuoto interno, possiamo addirittura trasmettere emosioni profonde. A cosa serve un blog? Lo si capisce solo dopo averlo aperto, tenendolo, arricchendolo, facendolo crescere, migiorandolo un giorno dopo l'altro. Non scrivere nessun commento è ammazzarlo.
    Chissà se in futuro il nostro blog "Ogni giorno italiano" sarà lo spunto da un bel romanzo. Chissà dove finirà questa storia!!!

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  2. Grazie Arantza, il tuo commento mi risulta assai incoraggiante. Speriamo sia contagioso!!

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  3. io sono esordente... A-1, scusate ma non so scrivere molto. io ho un blog ed molto interessante.

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  4. Sono d'accordo con te Arantza...hai ragione in tutto. Secondo me la paura a sbalgiare nella scrittura sarebbe la ragione principale per cui non si scrive sul blog. Lo sò che "il errore è nostro gran tesoro"(come dice Antonella tantissime volte)ma è difficile di perdere questa "paura scenica"di fare una "brutta figura".Cerchero di buttare via questa paura e partecipare di più nel nostro carino blog.

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  5. Certo!!sono d'accordo con la cosidetta "paura scenica", purtroppo mi sembra che la scarsa partecepazione nel blog sia devuta alla la mancanza di tempo ed anche d'abitudine! Quindi coraggio e pazienzia!! Baci

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  6. L'altro giorno ho letto un articolo che parlava prorpio della paura e diceva che esiste una paura, tra virgolette, "buona", che è quella di utilizzare nel migliore modo possibile le nostre possibilità. Questa paura utile, serve a tirar fuori tutto ciò che di meglio la nostra personalità può dare, quindi dobbiamo mettere da parte il sentimento di malessere che ci blocca di fronte a qualsiasi nuova situazione, cioè la paura più negativa, ed usare la buona. Scrolliamoci di dosso le paure, in questo caso il nostro blog ne sarà grato!
    Per quanto riguarda il libro di Michela Murgia, mi sembra che la sua trama sia davvero interessante. A che di noi non è capitato di ricevere telefonate, a qualsiasi insospettata ora, che ci propongono un prodotto o un servizio commerciale? Immagino che a tutti. Tuttavia, una cosa che probabilmente non ci è mai capitato è ascoltare il racconto di cosa c'è dietro a queste telefonate. Mi domando fra me e me, essere umani programmati per vendere? Da qui? Da organizzazioni che hanno un unico scopo: chiudere contratti? A mio parere, il titolo è veramente una denuncia: "Il mondo deve sapere". Cosa ne pensate?

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  7. Scusate ragazzi. Nel commento precedente ho fatto un errore all'ora di scrivere, perché capiate bene il senso della domanda mi autocorreggo. Essere umani programmati per vendere? Da CHI? Da organizzazioni che hanno un unico scopo: chiudere contratti?
    Hai visto Mari, come Antonella ha proprio ragione quando dici che gli errori sono il tesoro della nostra lingua? Difatti io ho imparato un sacco da loro. Ciao!

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  8. Oggi me ne torno a casa contenta per tutti questi contributi al nostro blog. E se ci sono altri blog da esplorare, ben vengano nuovi suggerimenti!
    La paura di sbagliare purtroppo è un retaggio del nostro sistema educativo che, invece di incoraggiare gli apprendenti partendo proprio dai loro errori, li castiga. Ma se non facessimo errori, allora saremmo perfetti. Che noia!

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  9. Accipicchia che meraviglia tutti questi bellissimi commenti! Che dire...abbiamo proprio dei begli alunni! E anche ottimi ex-alunni! I blog, suggerisco, servono anche a conoscersi, aiutano a mettere in contatto persone di livelli diversi, condividere esperienze, informazioni, errori e...correzioni! Se non si sbaglia non si impara...per cui...CORAGGIO! Scrivete scrivete scrivete!!!

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  10. Qui vi lascio un blog che io ed una amica mia (anche lei studente di italiano) abbiamo creato un po di tempo fa e che piano piano va crescendo sempre di più.
    Ormai abbiamo quasi 200 seguitori!!
    In questo blog parliamo soprattutto di moda e di tendenze, quindi se vi interessa dateci un'occhiata!
    http://viewonstreet.blogspot.com/
    Grazie,
    Leire

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    1. Leire effettivamente il tuo nome rimanda all'indirizzo facebook...non so perché, ma dev'essere una cosa che riguarda l'URL che hai inserito...un abbraccio!

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    2. La cosa strana è che io non inserisco nessun link... Forse il mio computer lo fa automaticamente... non lo so. In questi giorni ho riguardo la configurazione ma non riesco proprio a trovare l'errore.
      Comunque grazie mille!
      Un abbraccio!

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  11. Complimenti per il vostro blog Leire! E anche per il premio. Chissà se la moda italiana fa ancora tendenza?

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  12. Il blog é molto interessante e c'é un divario d'opinioni sui temi di cui a volte non so cosa dire, má penso che sia un mio problema. In realtá mi piace leggere quello che scrivono gli altri soprattutto Quelli che conosco, mi fa molto piacere leggere ma scrivere é un'altra questione. Personalmente Sono diventato fan d'una parola usata da Irene sul blog: acchipicchia! Mi sembra una parola fantástica che non avrei mai imparato se non avessi letto il blog. Grazie

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  13. Ah ah ah! Che carina questa csa di 'accipicchia'!
    Sapete cosa potremmo fare? Lanciare un "concorso" tra gli studenti per sapere qual è la loro parola italiana preferita...questa cosa la fa l'istituto Cervantes per lo spagnolo e sarebbe divertente farla anche per l'italiano no? Che ne dite?

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  14. Che bella parola "Accipicchia!!! mai sentita fino adesso...hai ragione Celonio il nostro blog serve a imparare anche delle nuove parole..Il concorso secondo me è una bella idea..Io pero.. non sarebbe in grando di dirne soltanto una...ce ne ho tante...per essempio: Farfalla...pizzolino..sdrariare...sciocchezze...Difficile scelta. Avanti Irene facciamo il concorso.

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  15. Dobbiamo fare il CONCORSO (senza virgolette) e cercare la nostra parola italiana preferita. Senza dubio. La mia é accappatoio e gliela dedico alla mia compagna di italiano perché so che anche a lei piace questa parola. Non bisogna dire il nome, leí sa chi é. Dai, scrivi anche tu la tua parola preferita. Jejeje

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  16. Bell'idea Irene. Togliamo le virgolette al concorso, come dice Celonio, e cominciamo a scrivere le nostre parole preferite.
    Ha proprio ragione Mari quando dice che di parole belle in italiano ce ne sono tante!!! Eppure ce n'è una che da quando l'ho imparata fino ad oggi, è rimasta dentro di me e non ho potuto mai dimenticarla. Il termine che definisce la chiusura metallica per i negozi, mi piace da morire e si chiama saracinesca, questa scorre verticalmente dentro guide lateralli e si avvolge intorno a un rullo. Oltre tutto questa parola riferita al calcio prende un senso metaforico e molto carino. Vi spiego: i tifosi vogliono avere nella sua squadra di calcio, un portiere saracinesca, cioè un portiere che pari tutte le palle, addirutttura i rigori. I portiere sono delle saracinesche ovvero chiudono la porta agli avversari. Per me una bellissima metafora, ecco le metafore, quelle che c'entrano tanto con la poesia!!!

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  17. Se ci facessimo appena un po' attenzione ci renderemmo conto che la nostra vita linguistica, cioè il linguaggio che usiamo tutti i giorni è stracolmo di metafore, cioè del dare a una parola un significato non letterale...questo aiuta a sentire la poesia più vicina e magari invoglia anche ad andare alla conferenza di Elisa Biagini mercoledì prossimo...

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