mercoledì 11 settembre 2013

rientro a scuola

Chissà se anche voi vi sentite come i ragazzi del video che vi proponiamo, o se invece non vedete l'ora di riprendere il contatto con l'italiano, senza il quale ormai non potete più andare avanti. NON DIMENTICATE DI FARE L'ISCRIZIONE ENTRO IL 20 SETTEMBRE!! La rete a volte collassa, ma non desistete. Vi aspettiamo presto per il 2 ottobre. E, se proprio non resistete, potete sbirciare sulla web della EOI, la nuova sitografia suggerita. Ogni occasione è buona per imparare, sicuramente più che sui banchi di scuola.

giovedì 13 giugno 2013

le piccole cose che odio e amo di te

Pubblichiamo un omaggio ad Anastasia, la nostra lettrice, che ci ha accompagnate pazientemente e con passione durante questo corso, realizzato da studenti e studentesse di livello B1

Le piccole cose che odio di te

Ti chiederei di allontanarti presto da me

per tutte le piccole cose che odio di te.

Addiritura, non mi sembra che siano poche

Se vieni a vedermi con le mani così sporche

Se per strada parli tante volte ad alta voce,

non pensare di fare con me un viaggio di nozze.

E se hai l’idea di controllarmi tutto il giorno,

prometto che metterò la mia testa nel forno.

Di solito, dal tuo corpo esce un gran calore,

non sarebbe male senza quello strano odore.

E non posso immaginare un peggiore disagio

Di quello che sento sempre che mi togli il calcio.

Sì, riconosco che la tua mamma cucina bene,

ma non posso essere più infelice quando viene.

Non volevo, cara mia, una coppia di tre;

neanche le piccole cose che odio di te.



B1.2 gruppo 491





Le piccole cose che amo e odio di te

Per amarti amore mio

devi sapere ascoltarmi

con la tua generosità,

tranquillo, con pazienza,

ah che bellezza!!

Lascia da parte l’egoismo,

a me piace il senso dell’umorismo.

Non essere così quadrato,

ti preferisco un po’ matto.

Non dimenticare l’attenzione,

ma attento, un po’ d’immaginazione,

così caro mio ti amerò,

con o senza parrucchino.

B1.2 gruppo 491 (Dedicato ad Anastasia)





mercoledì 5 giugno 2013

GEMELLAGGIO BALMASEDA e SAN SEVERINO



Per concludere la serie di ricerche dei rapporti italo baschi elaborate da studenti e studentesse del gruppo C1, vi proponiamo queste informazioni sul gemellaggio tra Balmaseda e San Severino, cittadina delle Marche. Sentite un po'. Il gemellaggio fra entrambe le città ha avuto luogo in seguito alla celebrazione dell’VIII Centenario della Fondazione della Villa di Balmaseda, in Bizkaia nell’anno 1999. In quell’anno, è stato proprio il Comune di Balmaseda a cercare ogni tipo di evento per festeggiare questo anniversario. Quindi, considerando la sua peculiarità di importante città medievale, la Commissione per gli eventi festivi ha cercato dei rapporti con altri paesi e trovato alla fine San Severino, nella regione delle Marche, in Italia, con cui si sono messi in contatto. Tutte e due le città vengono messe in relazione per il nome del santo, San Severino appunto che, padrone, per quanto riguarda la Villa di Balmaseda, dà il nome alla località italiana, anche per la sua importanza all’epoca del medioevo. Da sottolineare tra i numerosi festeggiamenti, il Mercato Medievale a Balmaseda, che ancora oggi si celebra annualmente, e al quale ha partecipato, appena si sono gemellate il primo anno le due città, una rappresentazione di San Severino Marche, con il gruppo "Palio dei Castelli", che si è esibita nel tiro con l’arco, ecc. Esempio dell’intercambio più recente, il viaggio a San Severino della Coral Kolitza, di Balmaseda. Non viene voglia anche a voi di proporre qualcosa del genere tra la vostra città o il vostro paese e una località italiana? Che proporreste?

giovedì 23 maggio 2013

RICETTE VINCENTI

Eccovi le ricette vincenti dell'ultimo concorso gastronomico Saporitissimo!! Insalata pantesca (3º premio) L’insalata pantesca è un piatto freddo siciliano, tipico dell’isola di Pantelleria, a base di patate lessate, pomodori, cipolle, olive nere, origano e gli immancabili capperi, originari dell’isola stessa. Ingredienti Patate, novelle piuttosto piccole 600 gr Cipolle rosse 1 Olive nere Pomodori, 300 gr Olio di oliva extravergine 6 cucchiai Aceto di vino rosso 1 bicchiere Basilico qualche foglia Capperi di Pantelleria sotto sale 20 Origano, pepe, sale q.b. Preparazione Lavate e lessate le patate senza sbucciarle ponendole in acqua fredda salata per circa 30-35 minuti (il tempo di cottura preciso varia a seconda dalla grandezza delle stesse), poi scolatele, sbucciatele ancora calde e lasciatele raffreddare., dopodichè tagliate a fette di circa 1 cm di spessore. Sbucciate la cipolla e tagliatela a fette sottili, quindi mettetela per circa 30 minuti a bagno nell’aceto, dopodichè scolatela per bene. Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e schiacciateli leggermente per fare fuoriuscire i semi interni e l’acqua di vegetazione; metteteli a scolare in un colapasta con la parte tagliata verso il basso. Mettete i capperi in un colino e sciacquateli per bene sotto l’acqua corrente per dissalarli. Schiacciate delicatamente le olive (magari aiutandovi con un batticarne o con la lama piatta di un coltello da cucina) ed estraete il nocciolo. Raccogliete in una ciotola capiente i pomodorini, la cipolla ben sgocciolata, i capperi strizzati, le olive denocciolate, le patate a fette; condite il tutto con olio extravergine di oliva unito ad abbondante origano, basilico spezzettato, sale, pepe e qualche goccia di aceto. Mescolate il tutto delicatamente e servite. Consiglio Se desiderate arricchire l’insalata Pantesca, per renderla più sostanziosa e trasformarla in un piatto unico, potete aggiungere del pesce arrostito e spezzettato, del polpo lessato, del tonno o degli sgombri al naturale o sott’olio, oppure del pollo lessato e tagliato a pezzetti. Fonte: http://ricette.giallozafferano.it TORTA AL FORMAGGIO (1º premio) INGREDIENTI: 1 pacco di biscotti (tipo “chiquilin”) 150 gr di burro ½ l di panna 1 pacco da 16 pezzi di formaggio (tipo “El caserio”) 3 uova, gli albumi montati a neve 150 g di zucchero 1 cucchiaio e ½ di farina Buccia di un limone grattugiata PREPARAZIONE: Frantuma i biscotti e mescolali con il burro, fai una massa e versa il composto nella teglia da forno. Metti il formaggio, la farina, la panna, i tuorli, la buccia del limone e lo zucchero in una ciotola, mescola tutto con lo sbattitore elettrico, e alla fine incorpora delicatamente gli albumi montati a neve. Versa il tutto nella teglia sopra i biscotti e metti in forno a 180º per circa 40 minuti. Focaccia Genovese Semplice (2º premio) Ingredienti per l’impasto Ingredienti per la copertura 200g. acqua 20g. olio 7g. Sale 3g. miele 320g. farina 17g.lievito di birra Olio d’oliva vergine Pomodorini ciliegino Origano secco Sale Olive Cipolla Preparazione: - Mettere nell’ impastatrice l’acqua, l’olio, il sale e la metà della farina. Iniziare a lavorare l’impasto fino a quando sarà assorbita la farina. - Aggiungere il lievito e la farina poco a poco. - Lasciare riposare l’impasto coperto con un tovagliolo per 10’-15’. - Dare 1 o 2 pieghe all’impasto e metterlo sulla teglia immergendolo con l’olio sopra e sotto, perché non si faccia la crosta. - Lasciarlo lievitare 50-60’ perché possa radoppiare di volume. - Schiacciarlo (senza tirare) fino a coprire tutta la teglia. - Cospargerlo con abbondante sale e lasciarlo lievitare altri 30’-40’ - Preparare la cipolla, i pomodorini, le olive... - Mettere un po’ d’acqua tiepida sopra l’impasto e poi dell’olio. - Fare dei buchi andando avanti e indietro con i popastrelli. - Subito mettere il condimento scelto e forse un goccio di origano. - Farlo lievitare per 60’ e poi metterlo in forno a 220º-240º per 15’-20’. - Fuori dal forno buttare un po’ d’olio sopra e stenderlo.

mercoledì 22 maggio 2013

CONSERVIERE: RAPPORTI TRA BASCHI E ITALIANI



STORIA DELLE AZIENDE CONSERVIERE DI PESCE (ITTICHE) NEI PAESI BASCHI

Insieme alle aziende enologiche, le aziende conserviere sono delle più antiche nei Paesi Baschi. La loro storia, è legata alla storia degli italiani immigrati in diverse località costiere dei Paesi Baschi (anche della Cantabria) nei primi anni del Novecento. Già nel 1880 esistono alcune registrazioni degli italiani a Ondarroa, Zarauz, ed altre località del Nord, anche se il loro soggiorno è stato transitorio: sono rimasti soltanto durante la stagione del bocarte dopodiché sono ritornati alle loro città di origine (Porticello, Sciacca, Trapani, Terrasini...vicine quasi tutte al capoluogo siciliano di Palermo). Tra questi primi italiani venuti nei Paesi Baschi si trovavano gli Oliveri, Vella, Cusimano, Orlando, Sanfilippo, Brambilla, Cefalù, Giannitrapani, Maccione, Tarantino, Dentici ... Erano per lo più “salatori”, cioè tecnici inviati dalle loro fabbriche. Il loro compito era quello di comprare le acciughe catturate dai pescatori, affittare un magazzino (detto 'magasin') dove salare le acciughe, e impiegare le donne dei pescatori per fare il suddetto lavoro. Però alcuni di questi salatori, stanchi di fare avanti e indietro ogni anno, decisero di stabilirsi in porti come Bermeo, Guetaria oppure Ondarroa nei Paesi Baschi (anche in porti come Santoña, Laredo, Colindres e Castro Urdiales in Cantabria). Così dopo comprare le acciughe, diventava più comodo occuparsi del processo di elaborazione della stessa e finalmente mancava soltanto spedirla ai porti di Genova, Napoli e Livorno, onde fornire il mercato italiano, avido consumatore di acciughe. Quindi, questi primi italiani che sono venuti nei Paesi Baschi e che si sono fermati qui, insieme a coloro che sono venuti dopo di loro –salatori e bottai-, sono diventati i propulsori del consumo e della produzione dell’acciuga. Una specie che, in quel tempo, veniva soltanto catturata nel Nord e che quasi nessuno voleva. Infatti, l’acciuga veniva soltanto utilizzata come esca per la pesca dell’orata. Grazie agli italiani però, con lo scorrere del tempo, l’acciuga divenne la base di una grande attività peschiera ed industriale e gli stabilimenti di salagione che aprirono, costituirono l’embrione della fiorente industria conserviera che oggi possediamo nei Paesi Baschi. Bibliografía: Fuente: El Diario Montañés http://www.eldiariomontanes.es/prensa/20070305/cantabria/memoria-italiana-anchoa-conserva_20070305.html

lunedì 20 maggio 2013

IL LEGAME TRA L’EUSKERA E L’ITALIANO

Continuiamo l'approfondita ricerca svolta da studenti e studentesse del gruppo C1, in questo caso più prettamente linguistica.

Che relazioni ci sono state tra l’Italia ed il popolo preindoeuropeo le cui origini sono le più ricercate? Quanti studiosi italiani si sono spinti più in là delle Alpi per arrivare vicino ai Pirenei e penetrare nell’intimità di questo popolo fino a raggiungerne l’anima, la lingua, pronunciando alcune parole basche che hanno il sapore del mistero linguistico europeo?

In effetti l’euskera, como l’etrusco o il sumero ed altre lingue attirano tuttora l’interesse di molti studiosi in quanto potrebbero dirci qualcosa di più sulla preistoria linguistica.

Tra gli studi svolti nel comparare l’euskera al latino, ne troviamo parecchi nel XVIII secolo. In questo senso, spicca il nome di un gesuita spagnolo che visse in Italia, Hervás y Panduro (1735-1809). Questi prende in prestito da Larramendi l’idea che il latino abbia molti elementi provenienti dall’euskera e sostiene che i frequenti latinismi siano quindi elementi antichi del vascuence che si sono conservati in latino. Hervás attribuisce la maggior somiglianza dello spagnolo all’italiano e la maggiore differenziazione dal francese semplicemente al fatto che le due penisole ebbero un sostrato cantabrico uguale, ovvero basco, mentre il sostrato della Francia fu il galico.

Tra coloro che supposero un contatto italo-basco ricordiamo anche Masdeu (1744-1817) che discute con alcuni italiani sostenendo che i baschi furono gli etruschi che parlarono latino, e Antonio Moguel (1745-1804) che, avvalendosi della conoscenza dell’euskera, esamina il tema della toponimia in Italia, trovando nomi baschi in tutta la penisola.

Inoltre, uno studio più recente di Mary C. Iribarren (2010) mostra come parole di tipologia basca sono presenti in Italia, soprattutto nelle parlate del sud e più in particolare nei dialetti calabrese e napolitano.

La fusione di culture in questi settori ostacola accurate connessioni dirette o indirette però si può concludere che le parole con terminazione –rr + vocale hanno, molto probabilmente, una radice basca e sembra legittimo ammettere la possibilità di un successivo tipo di influenza della lingua basca sullo sviluppo della suffissazione con –rr + vocale.
 

Comunque, sono sempre ipotesi o studi antichi e non abbiamo la certezza che siano veri e dimostrabili. O può sembrare che ci siano forzature audaci e che questi paragoni non siano del tutto affidabili oggigiorno.
Grazie a queste interessantissime informazioni, vien davvero voglia di continuare la ricerca e scoprirne di più. Non esitate a mandarci altre notizie in merito.

lunedì 13 maggio 2013

RAPPORTI ITALO BASCHI: MUSICA


Dalle ricerche svolte da alcuni studenti e studentesse del gruppo C1, pare proprio che la cultura basca abbia preso le mosse da quella italiana. Ne dubitate?
Leggete le informazioni riportate circa LA TRIKITRIXA.

La trikitrixa, strumento musicale identificato come basco oggigiorno, sembra avere un’origine italiana.

La leggenda vuole che questa sorta di fisarmonica sia stata introdotta dai lavoratori italiani, e anche francesi, venuti a costruire le ferrovie basche attorno all’anno 1890. In ogni modo, le prime testimonianze la vincolano con i luoghi attraversati dal treno negli inizi dello sviluppo ferroviario.

Anche se è maggiormente conosciuto come trikitrixa, questo strumento musicale è stato chiamato fisarmonikea, nella provincia di Bizkaia fino a poco tempo fa.

La fabbricazione di questo strumento è italiana. Infatti, Zero Sette, Dino Baffetti e Paolo Soprani sono le marche di trikitrixa più conosciute: tutte e tre ditte italiane.

La trikitixa, nello stesso modo che la fisarmonica in Italia, viene suonata nelle feste popolari. Molto presto, essa è riuscita infatti ad occupare un luogo d’onore tra gli strumenti utilizzati per il repertorio della musica popolare. Inoltre, nei Paesi Baschi, la ragione della sua popolarità risiede nel fatto che, siccome essa è piccola e leggera, era facile da portare nei paesini più isolati, al contrario delle orchestre e bande musicali che avevano sede nelle città.

Se volete, potete godervi questo connubio musicale guardando il video.
Nel prossimo post approfondiremo altri aspetti del rapporto tra le due culture. Nel frattempo, aspettiamo numerosi i vostri commenti.


giovedì 9 maggio 2013

SAPORITISSIMO!

MARTEDÌ 14 MAGGIO 2013 - ORE 18:30



Sarebbe un peccato perdere l'occasione di degustare i piatti che si presenteranno al quarto concorso gastronomico. Pìuttosto, peccate di gola! Se vi vien voglia di partecipare, eccovi il regolamento:
1. Potranno partecipare alunni e insegnanti della scuola, eccetto quelli di nazionalità italiana, che potranno portare dei piatti ma non partecipare al concorso.


2. Le iscrizioni si chiuderanno il 9 maggio 2013 alle ore 18.30. Sarà possibile iscriversi nel Dipartimento di Italiano, oppure comunicarlo alla propria insegnante.

3. La giuria sarà composta da 4 persone, scelte tra alunni e docenti volontari. Chi partecipa al concorso non potrà far parte della giuria.


4. I piatti dovranno essere tipici italiani, freddi, dolci o salati.


5. I piatti dovranno essere preparati dai concorrenti, utilizzando, se possibile, prodotti italiani.


6. Le porzioni saranno per un minimo di 4 persone.


7. I piatti dovranno essere accompagnati dalla loro ricetta, che sarà letta solo dopo la premiazione.


8. I tre piatti migliori riceveranno un premio che consisterà in qualche prodotto tipico italiano.


9. Le ricette vincitrici saranno pubblicate sul blog del Dipartimento di Italiano.

BUON APPETITO!!





giovedì 2 maggio 2013

LE CITTÀ LETTERARIE: BEPPE FENOGLIO E LE LANGHE





“…a me basterà il mio nome, le due date che sole contano e la qualifica di scrittore e partigiano. Mi pare d’aver fatto meglio questo che quello.” Allo scrittore e partigiano piemontese Beppe Fenoglio piaceva presentarsi così.
Quest'anno si celebra il 50º anniversario della sua morte e in Italia si sono fatti degli omaggi a lui e alle sue opere. Anzi,il 25 aprile, giorno della Liberazione si è festeggiato ricordando Fenoglio e il suo mondo letterario. Dal blog del Dipartimento vogliamo anche fare il nostro piccolissimo omaggio a tutta la scrittura di Beppe Fenoglio.

“Scrivo per un’infinità di motivi. Per vocazione, anche per continuare un rapporto che un avvenimento e le convenzioni della vita hanno reso altrimenti impossibile, anche per giustificare i miei sedici anni di studi non coronati da laure, anche per spirito agnostico, anche per restituirmi sensazioni passate; per un’infinità di ragioni, insomma. Non certo per divertimento. Ci faccio una fatica nera. La più facile delle mie pagine esce spensierata da una decina di penosi rifacimenti. Scrivo with a deep distrust and deeper faith”.

Nel 52 pubblicherà I ventitré giorni della città d’Alba; e nell’aprile del 1959 uscirà Primavera di bellezza, romanzo autonomo, ma che prima era stato concepito come seconda parte di un altra sua opera Una questione privata.
Ma se volete avvicinarvi all’opera dello scrittore e partigiano piemontese, vi invitiamo a leggere il romanzo che avete in biblioteca Primavera di bellezza il terzo e ultimo libro pubblicato in vita da Fenoglio. Lo stesso autore aveva dichiarato provocatoriamente: “il romanzo venne concepito e steso in lingua inglese. Il testo quale lo conoscono i lettori è quindi una mera traduzione”.
In quest’opera l’avvento dell’8 settembre 1943 è non solo una data, ma pure un episodio fondamentale per molte generazioni di italiani; il momento della scelta di vita da parte di un giovane, necessariamente portato alla ribellione. Qui, nelle vicenda di Johnny, lo stesso protagonista dell’altro romanzo di Fenoglio Il partigliano Johhny, pubblicato nel 1968, c’è tutta la realtà fascista in sfacelo.

Vi auguriamo una buona lettura delle opere dello scrittore delle Langhe e per approfondire ulteriormente vi consigliamo questo video

E se volete saperne di più, vi invitiamo a guardare questo sito http://www.parcoletterario.it/it/autori/fenoglio.htm, un bellissimo percorso letterario per tutte le Langhe fenogliane.

giovedì 25 aprile 2013

SBAGLIANDO S'IMPARA



Lorgoglio non serve (ma l'apostrofo sì)
 Gli errori che facciamo nella cosiddetta interlingua, vale a dire nella lingua che stiamo imparando, che si sta formando dentro di noi, sono un preziosissimo strumento da cui partire per migliorare le nostro conoscenze linguistiche, un "aspetto fondamentale nella crescita del linguaggio", come esplicitato in questo studio.


GLI ERRORI SONO NECESSARI, UTILI COME IL PANE, E SPESSO ANCHE BELLI diceva Rodari. Ricordate la sua Grammatica della fantasia?

E voi come considerate gli errori, li sentite esclusivamente come un elemento di frustrazione che vi impedisce di esprimervi per paura di sbagliare? O piuttosto ne sentite l'importanza per poter prendere coscienza, proprio nell'uso della lingua, di quanto interferiscono nella comunicazione?
Inoltre, come pensate che si potrebbero superare certe difficoltà che si ripetono?
Raccontate senza troppi pudori (e in anonimato se preferite), quali sono per voi gli errori più frequenti o più difficili da modificare e come li affrontate.

giovedì 18 aprile 2013

SOSTENEVA TABUCCHI


Antonio Tabucchi
Dopo poco più di un anno dalla scomparsa dello scrittore pisano, ma si potrebbe dire di adozione portoghese, pubblichiamo qualche informazione che speriamo vi risulti interessante.
Iniziando dall'intenso romanzo Tristano muore, vi proponiamo questo interessante commento, in cui l'autore viene presentato come " appassionato testimone civile del degrado dell’Italia nel ventennio berlusconiano".
A proposito della sua eredità stilistica, si possono leggere le considerazioni dell'amica Adriana Petri in un'intervista rilasciata al settimanale L'Espresso.
La letteratura, per Tabucchi, è sempre stato un mezzo per esprimere le proprie inquietudini, come bene riassume quest'altro articolo pubblicato sul quotidiano La stampa.
Per ultimo, vi proponiamo un programma intitolato Elogio della letteratura, a cui partecipa lo scrittore.
Speriamo che le proposte vi risultino stimolanti, perché possiate inviarci i vostri commenti su quanto conoscete di lui, su quanto avete letto e le impressioni che ne avete ricavato.




giovedì 11 aprile 2013

VIAGGI INSOLITI

Viaggi insoliti si prospettano per i nuovi pionieri alla scoperta di altri modi di assaporare le bellezze e le particolarità paesaggistiche, anche a costo di trovarsi letteralmente nelle spire di un tornado. Sarà il bisogno di emozioni forti o la curiosità di sperimentare di persona fenomeni meteorologici stupefacenti?


E che dire dei nidi sugli alberi invece di una comoda stanza d'albergo?
Voi che ne pensate di queste nuove proposte? Avete qualche altra idea da suggerirci o esperienze vissute di cui parlarci?
Aspettiamo ansiose le vostre proposte.

lunedì 18 marzo 2013

Laura Boldrini presidente della Camera dei Deputati



Nella sua presentazione alla Camera, la neoletta presidente Laura Boldrini, ha tenuto un discorso in difesa dei diritti costituzionali, compresi quelli delle donne. "Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore" Boldrini presidente è una vittoria per le donne, commenta la giornalista Luisa Betti su Il manifesto.
Vi riportiamo le sue parole e aspettiamo numerosi i vostri commenti.

Io odio

Nel social network è approdata la modalità dell' "io odio". Finora si davano opinioni su quanto  piaceva o si condivideva, ma pareva preclusa l'espressione esplicita del dissenso. D'ora in poi avremo la possibilità di socializzare il nostro odio attraverso l' app per iPhone ed altri dispositivi. Che ve ne pare?
Perché non approfittare allora di questo blog per dire la vostra?
IO ODIO...

lunedì 11 marzo 2013

LE CITTÀ LETTERARIE.



BOCCACCIO AL FEMMINILE

Quest’anno si celebrano i 700  anni della nascita di Giovanni Boccaccio (1313-1375) il poeta e narratore toscano autore de Il Decamerone, raccolta di novelle del Trecento , opera che lui dedicò alle donne che amano. In occasione della giornata internazionale della donna, dal blog d’italiano vogliamo avvicinarvi a lui e al suo libro. Perché all’interno del Decameron - scritto fra il 1348, anno dell’epidemia di peste in Europa, e il 1353,  ed ambientato tra Firenze, a Santa Maria Novella, e Fiesole-, la figura femmminile viene a rivestire un’importanza tutta particolare. Boccaccio individua  il pubblico delle donne come il pubblico ideale, destinatario privilegiato della sua raccolta.
Già in testa all’opera compare la seguente indicazione:”Comincia il libro chiamato Decameron cognominato principe Galeotto, nel quale si contengono cento novelle in dieci dette da sette donne e da tre giovani uomini.”

Il riferimento a Galeotto introduce il tema dell’amore e delle donne.Il principe Galeotto era infatti, un personaggio dell’amore cortese che fu intermediario d’amore tra Lancillotto e Ginevra. E nel famoso verso del canto dell’Inferno di Dante, Francesca da Rimini termina il suo racconto  dicendo “Galeotto fu il V libro e chi lo scrisse”.

Ma la donna del Decameron non è più la donna-angelo presente nella cultura della fine del Duecento  e del Trecento di Dante. La donna boccaccesca è umana e piena di desiderio.

In Giovanni Boccaccio non c’è conflitto fra spiritualità e sensualità. Proprio l’eros e la sensualità femminile, tradizionalmente repressi e condannati, sono rivalutati con grande spregiudicatezza da lui, fino a capovolgere i luoghi comuni della polemica misogina (dall’insaziabilità sessuale all’infedeltà e all’adulterio delle donne).Vi invitiamo a conoscere la storia di monna Sismonda (giornata VII, novella 8) che applica il suo ingegno a tradire il marito, oppure quella di monna Filippa (giornata VI, novella 7) che difenderà l’adulterio davanti al tribunale di Prato come diritto alla piena soddisfazione erotica e alla libertà di disporre del proprio corpo. La donna , secolarmente esclusa dall’uso pubblico della parola, almeno una volta, con monna Filippa, se ne approppria e in tribunale, davanti a un pubblico maschile difende vittoriosamente i diritti delle donne non solo in amore, ma anche nel promulgare le leggi. La donna è capace di coraggio, dà  prova di virtù e di ingegno, ma la sfera della sua azione è sempre ed esclusivamente limitata all’ambito erotico.

Eppure alle donne che abitano nei conventi (La badessa e le brache, giornata IX, novella 2), Boccaccio ci fa sentire la forza dell’amore: “assai sono di quegli uomini e di quelle femmine che si sono stolti, che credono troppo bene che, come a una giovane è sopra il capo posta la benda bianca e indosso messole  la nera cocolla, che ella più non sia femmina né più senta dei femminili appetiti se non come se di pietra avesse fatta divenire monaca”.

Oltre alla lettura delle cento o soltanto di alcune novelle di Boccaccio se vi interessa leggerle e conoscere un po’ la Toscana e l’Italia del  Trecento,  potete vedere   anche il film di Pasolini  del 1971 ispirato a nove racconti  tratti dal Decamerone. E se volete approfondire ulteriormente, vi suggeriamo di guardare http://www.pasolini.net/cinema_decameron_AM.htm a cura di Angela Molteni. Ed anche di ascoltare e vedere Dario Fo mentre spiega l’opera di Giovanni Boccaccio.

Inno a Isis-Iside

Judith, una studentessa, ci manda la traduzione fatta da lei, di una poesia in onore della donna, Scoperta a Nag Hammadi, datata tra il terzo e il quarto secolo a.C.
 INNO A ISIS
"Io sono la prima e l'ultima.
Io sono la venerata e la disprezzata.
Io sono la prostituta e la santa.
Io sono la vergine e la moglie.
Io sono la madre e la figlia.
Io sono le braccia di mia madre.
Io sono la sterile, e i miei figli sono numerosi.
Io sono anche ben sposata e la nubile.
Io sono quella che dà alla luce e quella che ha mai procreato.
Io sono la moglie e il marito.
E fu nel ventre del mio uomo dove sono concepita.
Io sono la madre di mio padre.
Io sono la sorella di mio marito.
E lui è mio figlio rifiutato.
Io sono la scandalosa e la discreta.
Vi prego di rispettarme sempre."

giovedì 7 marzo 2013

8 marzo


Rispetto alla tanto declamata parità tra uomini e donne, vi proponiamo quest'immagine. Cosa vi suggerisce? Ritenete sia sessista o, piuttosto che metta in mostra la capacità delle donne di affrontare qualsiasi situazione?
Alcune persone ne hanno già discusso in classe di quest'immagine. Volete dirci la vostra?

sabato 2 marzo 2013

letture di dante

Eccovi alcune informazioni poco conosciute su Dante Alighieri, come possiamo vedere in questo video I misteri di Dante . L'idea di riproporre il Poeta, viene dall'iniziativa della casa editrice Loescher leggere Dante oggi. Il libro segreto di Dante scritto da Francesco Fioretti, inoltre, ci trasporta in una avvincente lettura romanzata della sua biografia. Interessante anche l'intervista rilasciata dall'autore nel maggio del 2012. E secondo voi Dante Alighieri propone nelle sua opera degli universali condivisibili proprio perché parte intrinseca del genere umano? Se sí, quali?

mercoledì 27 febbraio 2013

Io non mi sento italiano

Poco tempo fa si parlava su questo blog di Giorgio Gaber, il cantautore milanese scomparso dieci anni fa, che nello scoramento per l'andazzo politico e sociale, cantava Io non mi sento italiano. Chissà quanta gente ha rinnovato, dopo aver preso atto dei risultati delle elezioni politiche, questo sentimento? Il malcontento generale si manifesta con il voto al movimento a cinque stelle, che raccoglie un 30 % di ex votanti Pdl e un 22% di ex votanti Pd, come pure una fetta del movimento contro il treno ad alta velocità della Val di Susa, uno dei movimenti sociali più imponenti degli ultimi anni. Ma perché questo spauracchio dell'ingovernabilità? Perché il 75 % del popolo italiano continua a votare, nonostante il panorama politico sembri non offrire alternative convincenti per molta gente? Siamo davvero sull'orlo del baratro, o esistono spiragli che ci lasciano intuire altre forme di organizzazione? Come si vede dal di fuori il Belpaese?

lunedì 18 febbraio 2013

LE CITTÀ LETTERARIE

VINCENZO CONSOLO e la Sicilia Un anno fa, il 21 gennaio del 2012 morì lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo. In Italia, e qui in Spagna si continua a ricordare la data della sua scomparsa fra gli ambienti letterari e tra il mondo dell’italianistica. Anche noi, dal blog del dipartimento di italiano dell’EOI di Bilbao, a febbraio, mese in cui l’autore avrebbe festeggiato il suo 80 compleanno il prossimo 18 febbraio, abbiamo voluto rendere il nostro piccolo omaggio ad uno dei più notevoli scrittori degli ultimi decenni raccontandovi un po' su di lui e la sua Sicilia . Consolo, nativo di Sant’Agata di Militello (Messina), ebbe sempre un legame profondo con la sua isola e la sua storia. La Sicilia è ed è stata sempre al centro di tutta la sua opera narrativa: “Tutti i miei libri in effetti ne fanno uno. Un libro sulla Sicilia che tocca i punti dolenti del passato e del presente e che viene ad articolarsi come la storia di una continua sconfitta della ragione” affermava Vincenzo Consolo, riprendendo una riflessione di Leonardo Sciascia, un altro scrittore siciliano che alla Sicilia aveva pure dedicato un appassionato interesse. Nella narrativa di Consolo si trova una pluralità di temi: ad esempio, il ruolo dell’intellettuale nella società, il rapporto fra scrittura e storia e fra cultura e potere, la non facile coesistenza di passione e ragione ecc. Non è facile leggere Consolo perché la sua è una prosa barocca, come quella di Gadda, uno dei suoi modelli. Ma se agli alunni di livello avanzato interessa trovare le eleganze dell’italiano letterario, arcaismi, tecnicismi e sicilianismi, oppure siete interessati a conoscere un po’ di più sulla storia dell’Italia ai tempi di Garibaldi, vi invitiamo a leggere Il sorriso dell’ignoto marinaio, romanzo singolare pubblicato nel 1976 che troverete in biblioteca, un’ opera ambientata nella Sicilia dei tempi della spedizione dei Mille. L’opera deve il titolo all’enigmatico Ritratto di ignoto, dipinto da Antonello da Messina nel XV secolo. È stata considerata dalla critica come Il Gattopardo di sinistra per le somiglianze fra il principe di Salina, protagonista del Gattopardo, e il barone di Mandralisca, personaggio principale dell’opera di Consolo. Trent’anni dopo la pubblicazione del romanzo, nel 2006, Consolo si domandava: “Ma è dell’Isola, della Sicilia che dice il Ritratto di Antonello o dice del degradato Paese che è l’Italia, dice di questo nostro mondo di oggi?”. Bella riflessione! E se preferite leggere Le pietre di Pantalica (1988), una raccolta di racconti-testimonianze, opera testimone del tragico precipitare della Sicilia nel disordine e nella corruzione, ce l’avete pure in dipartimento. Ma anche la Sicilia è presente in altre sue opere: nel breve romanzo La ferita dell’aprile (1963). Lì lo sfondo sono le lotte politiche del secondo dopoguerra; in Lunaria (1985), un testo dialogato sullo sfondo di una Sicilia settecentesca rielaborata attraverso il mito della caduta della luna; nel romanzo Retablo (1987) i protagonisti sono un pittore milanese in viaggio attraverso l’isola e un frate siciliano. L’isola di Consolo è presente pure in Lo spasimo di Palermo, romanzo in cui lo scrittore Gioacchino Martinez ricorda la sua infanza in Sicilia. Con Vincenzo Consolo e la sua Sicilia, iniziamo una nuova sezione del blog “Le città letterarie” in cui vi inviteremo ad avvicinarvi alla letteratura italiana attraverso gli autori e i rapporti con una geografia della letteratura presente nelle loro opere. Buona lettura! Di seguito elenchiamo una serie di links e informazioni varie per approfondire la conoscenza di questo scrittore e del suo mondo. L’isola in me, DVD di Ludovica Tortora di Fulvio con la voce di V.Consolo, Il caffé dell'arte, Vincenzo Consolo Sicilia orientale, intervista a Vincenzo Consolo 2003, Vincenzo Consolo, il cantore della lingua impraticabile, Mio padre, la guerra, Mussolini, Vincenzo Consolo legge l'addio a Milano, Vittorio de Seta e Vincenzo Consolo, I ricordi nella e della sua città di origine, Eoilie, scia di Ulisse, Lettura di Retablo, Concerto protesta, Wilfing architettura

venerdì 8 febbraio 2013

Vita da fan

Leire del gruppo B1.2, ci ha inviato la sua appassionata collaborazione in quanto fan acerrima di una nota cantante italiana. Sentite un po' quel che ci racconta. Sono passati più di 17 anni anni dalla prima volta che sentii, per caso, una canzone di Laura Pausini alla radio. Chiesi a mia madre chi era quella cantante che cantava "Marco se ha marchado para no volver..." e in quel momento iniziò un percorso nuovo nella mia vita, una passione che mi ha regalato tanta gioia e momenti indimenticabili. in quei lontani primi anni '90 ancora non esistevano i CD, c'erano quelle cassette (ancora ne ho alcune in giro per casa, sopratutto quelle di Laura) e pochi giorni dopo aver sentito quella canzone alla radio andai a comprare la mia prima cassetta, quella a cui ci tengo di più. Così è iniziato tutto, nella maniera più semplice e da allora non ho mai smesso di sentirla e così lei è diventata la colonna sonora della mia vita.
Sono cresciuta con le sue canzoni. La sua musica mi ha accompagnata durante i periodi più difficili della mia vita, ma anche quelli più felici. Con le sue parole riesce a trasmettermi emozioni come poche persone sanno farlo. Non è mica facile descrivere quelle emozioni che si provano quando la ascolto a casa, ai concerti,... ma sono emozioni che mi rendono felici ed è quello che importa. Ho avuto la fortuna di conoscere Laura, sia incontrandola faccia a faccia oppure parlando con lei sul sito ufficiale. Tutte le volte che l'ho incontrata quello che mi ha colpito di più è stato la sua dolcezza, la sua disponibilità con i fans e la sua umiltà. Stando con lei ci da l'opportunità di conoscerla ancora di più, e pure lei vuole conoscerci, sapere chi siamo. È magnifico il rapporto tra Laura e noi, un rapporto vicino, che pure quando ha preso una pausa di due anni, ci ha parlato quasi quotidianamente e poi te ne rendi conto che tutti i sacrifici fatti valgono la pena. Ormai sono passati tanti anni e ancora questa passione c'è dentro di me. La cosa più bella di essere una fan? Conoscere delle persone MERAVIGLIOSE, eh si, lo scrivo in maiuscolo. Sono persone con cui ho stretto una bella amicizia e se non fosse per loro non avrei il coraggio di continuare a realizzare i miei sogni. Eh si, i sogni si avverano se non smetti mai di crederci, ed ecco la mia prova. Proprio una di quelle persone che ho conosciuto grazie a Laura mi disse quando il 2012 stava per finire "Penso a tutti i momenti vissuti in quest'anno e devo ammettere che mi piace essere fan", infatti, senz'ombra di dubbio sono le parole giuste". E voi, di chi siete fan? Credete come Leire che i sogni si avverano nella misura in cui ci crediamo con convinzione?

giovedì 31 gennaio 2013

genitorialità positiva

Judith, una studentessa di B2, ci ha presentato la campagna "A mani ferme" diffusa a Milano, che riguarda alcuni principi della genitorialità positiva. Vi starete chiedendo a cosa si riferisce.Si tratta in realtà di una campagna contro le punizioni fisiche in generale, perché si instauri una relazione serena tra genitori e figli. Questa campagna è organizzata da Save the Children e dalla Società italiana di pediatria, conosciuta come SIP, che fa parte del progetto europeo "Educate Do not punish". L'obiettivo principale è quello di proteggere i minori da comportamenti umilianti e degradanti in tutti i contesti, come ad esempio quello familiare, attraverso azioni di sensibilizzazione sui mass media, una guida sulla genitorialità positiva e, per ultimo, con dei volantini per i pediatri. Per sostenere i genitori nel loro ruolo educativo, il pediatra può aiutarli a instaurare una relazione positiva coi propri figli, senza fare ricorso a punizioni fisiche o in un certo qual modo degradanti. Quindi il medico può farsi promotore di un'educazione senza violenza, suggerendo ai genitori di aplicare i quattro principi base della genitorialità positiva, che riportiamo qui di seguito. 1.Individuare gli obiettivi educativi a lungo termine. Molto spesso un genitore vuole che i propri figli facciano subito alcune cose e, se i bambini non obbediscono, il livello di stress aumenta. Quindi i genitori dovrebbero avere una visione più ampia. 2. L'affetto Far sentire il proprio affeto, inteso come protezione fisica ed emotiva,dando quindi ai propri figli gli strumenti per raggiungere i loro obiettivi in modo autonomo. In un'atmosfera di affeto, il bambino si sente al sicuro, anche se commette errori, si fida dei suoi genitori, diventando più sicuro di sé. Non si tratta quindi di costringere e tenere sotto controllo, ma di comunicare in modo chiaro e rispettoso. 3. Le aspettative In generale, per comprendere cosa pensano i figli è essenziale avere aspettative realistiche sulle loro capacità. I genitori devono riflettere su cosa potrebbero cambiare del loro atteggiamento per aiutarli ad apprendere, e soprattutto accettare che il punto di vista dei figli può essere diverso dal loro. 4. Le soluzioni Consistono nel mirare alla risoluzione dei problemi, e non agli ostacoli; diciamo che si tratta di vedere la bottiglia mezza piena, ricordandosi di far sentire il proprio affetto e di dare ai propri figli tutte le informazioni di cui hanno bisogno per imparare. Alla fine i bambini impareranno a non far ricoso alla violenza nei loro rapporti cogli altri, avranno maggiore autostima e più rispetto per gli altri. E voi credete che i bambini vadano educati o semplicemente accompagnati nel loro processo di crescita verso l'autonomia? Vi suggeriamo a questo proposito la versione sottotitolata in italiano del documentario La educación prohibida. Fateci avere i vostri commenti!

martedì 22 gennaio 2013

il Signor G.

Sapete di chi parliamo? Ebbene sí, è proprio lui, Giorgio Gaber, cantautore milanese scomparso ben dieci anni fa, ma che lascia nella memoria degli italiani l'eco delle sue canzoni a volte così taglienti altre di una soffice ironia, come la schiuma di Lo shampoo.
Come possiamo leggere nella biografia di Massimo Bernardini, Gaber "è uno che mentre gli altri sembrano fare i conti con le cose più spicciole guarda un po’ più in là e un po’ più dentro". Gaber ha sempre visto la fede, ogni tipo di fede, con un certo scetticismo,secondo le sue stesse parole «non fa male credere, fa molto male credere male». Parole che ci riportano al libro di Andrea Pedrinelli, Non fa male credere. È attraverso il teatro canzone che possiamo avere un'ampia panoramica del suo pensiero
Forse qualcuno ha seguito lo spettacolo Gaber se fosse Gaber scritto ed interpretato dal giornalista e scrittore Andrea Scanzi, al teatro Ponchielli di Cremona. Gaber è ancora vivo in noi, con le sue parole.

giovedì 17 gennaio 2013

martedì 15 gennaio 2013

L'eredità di Rita Levi Montalcini

Anche se con qualche giorno di ritardo, vorremmo ricordare quello che la scienziata Rita Levi Montalcini ha significato per il popolo italiano.
Innanzitutto, per chi non la conoscesse, qualche dato biografico. Interessante inoltre una vecchia intervista "sottovoce" riproposta da Gigi Marzullo. Qualche anno fa vennne poi intervistata a Che tempo che fa da Fazio, e dichiarava che lo scopo della vita è disinteressarsi a noi stessi, per interessarsi al mondo circostante. Argomento che approfondisce anche nel suo libro La clessidra della vita edito da Baldini Castoldi Dalay, se qualcuno volesse leggerlo. Uno degli argomenti su cui spesso ritorna "La signora della vita", come la chiama il giornalista Dario Cresto-Dina in un suo articolo apparso su Repubblica il 31 dicembre scorso, è la morte. Queste le sue parole: "La vita non finisce con la morte: quello che resta di te è quello che trasmetti ad altre persone. [...] Non mi importa di morire. La cosa importante è il messaggio che lasci agli altri." Così come molte delle sue celebri frasi sono sempre cariche di grande umanità e saggezza. La sua esperienza di vita le ha senz'altro offerto l'opportunità di maturare pensieri profondi rispetto al senso dell'esistenza, ma non ha certo mai trascurato la sua principale attività di scienziata, anche se non senza ostacoli, come possiamo leggere nell'articolo del genetista Luigi Cavalli Sforza "L'amara scoperta degli ostacoli della scienza". I contributi della scienziata torinese sono comunque molteplici e, se avete qualche cosa da aggiungere, sarà un piacere conoscere nuove informazioni.