venerdì 23 dicembre 2011

Annibale, l'incubo di Roma



Grazie alla presentazione di Esther, abbiamo falto un salto nel passato ai tempi di Annibale e delle guerre puniche.
La prima guerra punica fu la prima delle tre grandi guerre tra Roma e Cartagine per la Sicilia e la supremazia del Mediterraneo. La guerra era durata 23 anni e Roma vinse e impose a Cartagine pesanti condizioni di pace. Come ci raccomanda la nostra esperta su Annibale, vedetevi il video Annibale, l'incubo di Roma
Molti di noi, dopo la presentazione, abbiamo riflettuto sul modo poco motivante di insegnare la storia a scuola. E abbiamo invece apprezzato questa presentazione perché ci ha permesso di capire fatti del passato che erano stati a suo tempo soltanto motivo di noia.
Ma perché è così difficile trovare persone che sappiano trasmettere il loro sapere con il necessario entusiasmo per coinvolgere il loro pubblico?

giovedì 15 dicembre 2011

Varallo Sesia e il sindaco intraprendente



Da quanto ci racconta Cruz, in questo paese ricco d'arte e inserito in un magnifico scenario delle Alpi occidentali, il sindaco leghista Buonanno avrebbe dimostrato la sua intraprendenza con una serie di iniziative abbastanza discutibili. Come dice Cruz, ne inventa di tutti i colori perché il suo comune sia al centro dell'attenzione.
L'ultima trovata del primo cittadino è aver messo a dieta tutti i residenti obesi, con tanto di controlli di peso in farmacia, e consegna dello scontrino per attestare l'avvenuto dimagrimento. Il signor sindaco ricompenserà i buoni cittadini con ben 500 euro e la possibilità di scattarsi una foto in sua compagnia.
Altra ordinanza, 100 euro di multa a chi dice parolacce, raddoppiati se le bestemmie verranno pronunciate in presenza di minori.
E poi gratta e vinci, cartelli in tutte le lingue per vietare abbigliamento non rigorosamente alpino, manuali di divorzio, sostegno economico agli anziani per contribuire alle spese d'acquisto del Viagra e rendergli la vita più serena (così almeno crede l'operoso sindaco).
Comunque, oltre alle idee balzane di Buonanno, non dimenticate, come ci segnala Rita, di fare un salto in questo posto, sia pur via cavo. Sembra ne valga la pena.
Il Sacro Monte di Varallo(Varallo Sesia,Piemonte,Italia)fu realizzato per volonta' del frate francescano Bernardino Caimi dei Minori Osservanti che nel 1478 era stato custode del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Al ritorno in patria volle riprodurre i luoghi santi della Palestina che erano stati testimoni della vita terrena di Gesu'.
Il Sacro Monte di Varallo,realizzato tra la fine del Quattrocento e l'Ottocento,costituisce un complesso storico-religioso che racchiude ben 45 cappelle al cui interno sono raffigurate la Vita di Gesu' con pitture e sculture a grandezza naturale.
Chissà che non immortalino tra i beati pure il primo cittadino.

mercoledì 14 dicembre 2011

lega la lega



Visto che nel nuovo scenario politico italiano la Lega non gode più del protagonismo ottenuto dall'alleanza con il governo uscente, sembra stia ora cercando alleanze oltralpe o, meglio, proprio nei Paesi Baschi.
Ma i parallelismi che i leghisti sembrano trovare tra le loro posizioni politiche e quelle della nuova configurazione politica basca, hanno suscitato immediate critiche da parte di giovani baschi attualmente residenti in Italia.
Il dibattito è aperto a chiunque desideri esprimere i propri sentimenti e le proprie posizioni politiche. Ci auguriamo giungano pareri diversi e, perché no, discordanti.
Vi proponiamo l'ascolto del brano delle Torino Posse, Lega la lega, uscito ben vent'anni fa. A tuttoggi pare che nulla sia cambiato nel regno padano.
Non perdetevi inoltre questo pezzo d'antiquariato con l'attore napoletano Massimo Troisi purtroppo scomparso da tempo. E fateci sopra una bella risata, se potete.

giovedì 1 dicembre 2011

Donne, state a casa e fate figli!

È così che ci volete?


Leggetevi questa chicca pubblicata sul quotidiano italiano Libero di stampo leghista.
Magari potessimo restarcene a casa e crescere i nostri figli i santa pace (santa perché ci vorrebbe il beneplacito della Chiesa)! E invece ci tocca fare le superwoman.
E non perdetevi questo video proposto da Irene. Ne vale la pena.
Dovremmo rispolverare antichi slogan come "gioia gioia gioia la vita la si inventa. Donne si nasce, streghe si diventa"?

lunedì 21 novembre 2011

L'era tecnocratica



Altro che democrazia! Finalmente è chiaro chi può stare a capo di un governo. Solo l'ultra conservatrice Lega nord e la nipote di Mussolini votano contro il nuovo primo ministro italiano. Il resto si dice d'accordo, o forse non sa più che pesci pigliare.
Lo scorso marzo, durante i festeggimenti per i 150 anni dell'unità d'Italia e in occasione della rappresentazione dell'opera verdiana Nabucco a Roma, il direttore Riccardo Muti volle cogliere l'occasione per ribadire la necessità della libertà di pensiero. Perciò accettò di fare il bis di "Va' pensiero", cosa insolita per il maestro, perché al coro degli schiavi oppressi, simbolo della ricerca di libertà di un'Italia allora sottomessa all'impero asburgico, si unisse anche il coro di quell'Italia che rifiuta un agire politico legato esclusivamente alle leggi di mercato.
L'emozione in teatro fu grande, e la tensione del pubblico sfociò in una manifestazione di vero fervore al canto di "Oh mia patria, sí bella e perduta ..." Il Cavaliere era presente in sala, ma non si udì la sua voce.
Ed ora che il nano non è più sulla ribalta, credete che le cose cambieranno?
Se l'opinione degli elettori non viene più nemmeno richiesta, come si giustifica la tanto sbandierata democrazia?
Monti si confronta con Merkel e Sarkozy, giacché nel Parlamento italiano pare non troverebbe soluzione alcuna.
Ma consoliamoci con un po' di sana ironia. In fondo, come diceva ai tempi Sabina Guzzanti, per capirne qualcosa di politica bisogna sentire i comici, in quato caso il giornalista satirico Alessandro Robecchi
E dopo i governi tecnici di Italia e Grecia toccherà anche alla Spagna?
A proposito delle decisioni del parlamento europeo, non perdetevi questo commento video in francese, ma con sottotitoli in italiano.
Siamo o non siamo cittadini plurilingue della bella Europa unita?

mercoledì 16 novembre 2011

memoria: come funziona?

José Luís ci ha spiegato quali meccanismi entrano in gioco nel processo di memorizzazione del cervello umano.
una delle funzioni più importanti per l’essere umano , che ci consente di comunicare perché possiamo recuperare il significato delle parole, ci consente di muoverci nell’ambiente, ricordandoci i percorsi e i luoghi, di ragionare e reagire tenendo in mente operazioni complesse, ma anche di sapere chi siamo; infatti il nostro senso d’identità non è per nulla ovvio.
Anche se nel linguaggio comune parliamo genericamente di memoria, la memoria non è un concetto unitario, non esiste una sola forma di memoria.
Allora, quali sono i meccanismi che usa il nostro cervello per fissare i ricordi? Anche in questo caso dobbiamo distinguere un meccanismo che sottostà alla memoria a breve termine e uno che sottostà alla memoria a lungo termine.
Per quanto riguarda la memoria a breve termine, i ricordi estremamente brevi, questi sembrano essere dovuti a un aumento della quantità di neurotrasmettitori che vengono rilasciati tra un neurone e quello successivo, cioè il modo in cui i neuroni comunicano tra di loro.
Per quanto riguarda invece la memoria a lungo termine le modifiche sono più strutturali, cioè, i neuroni cambiano sostanzialmente la loro forma aumentando o diminuendo (in funzione che si ricordi una cosa nuova o che se ne dimentichi una vecchia) tutte le loro connessioni con gli altri neuroni. In sostanza, tutto questo ci dice che ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, il nostro cervello si modifica, modifica l’architettura, modifica tutte le connessioni tra i neuroni: noi in qualche modo siamo un po’ una persona nuova ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo.
Anche l'imparare una nuova lingua implica l'attivazione di diversi tipi di memoria. Possiamo pertanto dedurre che studiare un'altra lingua è un buon antidoto contro l'invecchiamento cerebrale. O non ne siete ancora convinti?

sleebox

Con l'accompagnamento musicale del tenore Beniamino Gigli, Rita ci ha presentato una nuova modalità di alloggio, la SLEEPBOX


che potremo trovare in luoghi di passaggio. Tutti i comfort e a prezzi modici. O così almeno dice la pubblicità.
Visitatela, e fateci pervenire le vostre impressioni!

domenica 6 novembre 2011

l'animale dà fastidio? Ammazziamolo!

Giancarlo Carocci, esponente di estrema destra alla provincia di Perugia, in un'interista ha affermato: "Quando una persona non ha più spazio per un animale, meglio poterlo uccidere con una puntura".


Come conciliare una vita piena di impegni con la cura di animali domestici?
Se vi può interessare, ci sono articoli e video per approfondire l'argomento.
E se a "dare fastidio" sono gli anziani, che facciamo?

mercoledì 19 ottobre 2011

indegni e indignati



Il clima da stato d'emergenza creatosi in Italia dopo la manifestazione degli indignati a Roma, ricorda il clima creatosi a Genova un decennio fa in occasione del G8. Anche allora, nell'opinione pubblica si creò una spaccatura rispetto alle modalità di rivendicazione dei partecipanti alla protesta.
Numerosi i commenti apparsi sui giornali. Se volete, potete pure ascoltare commenti radio a cui vi rimandiamo.
Se avete seguito i fatti di questi giorni, o se avete opinioni da esprimere in proposito, non esitate, nessuno vi censurerà, perché nessuno verrà considerato indegno di prendere parte al confronto di idee. Casomai si potrebbe aprire un dibattito a cui siete tutt* invitat*

lunedì 10 ottobre 2011

linkiamo o ci colleghiamo?



Chissà se potremo presto derivare dal nome inglese "link" il verbo corrispondente? E voi cosa preferite, un "cordless in down" o un "portatile scarico"? Io nessuno dei due, perché non funzionano, indipendentemente dalla lingua. Ah ah!!
Scherzi a parte, vi volevamo suggerire un paio di siti di autoapprendimento, nel caso vi mancasse l'italiano in queste sempre più corte giornate ormai autunnali.

parliamo italiano
dienneti
Collegatevi e dateci la vostra opinione.

lunedì 3 ottobre 2011

trenitalia



Leggetevi quest'informazione sui treni italiani. E la vostra esperienza di viaggio per l'Italia quale è stata?
FUORIPAGINA Il Manifesto 08/09/2011
Francesco Epico
Intercity 590 La targhetta gialla
Viaggio sull’Intercity Firenze-Roma all’alba di una mattina qualunque. Il treno corre nella notte andando incontro alla luce del giorno. Appena arriverò a Roma Termini avrò solo una manciata di minuti per prendere la coincidenza: il regionale veloce per Napoli. Architettandosi sui treni e sulle coincidenze e scegliendo convogli arrugginiti che non usano più nemmeno nel Far West, si riesce a raggiungere la meta con una quarantina di euro, contro il doppio dei treni belli e veloci. Passa il controllore e gli chiedo quanti minuti di ritardo abbiamo e lui, dopo aver guardato l’orologio, mi dice con fare trionfalistico che sono solo venti. Rimane a guardarmi con l’atteggiamento di chi si aspetta una pacca di approvazione sulla spalla. Devo ammettere che stavolta sono stati alquanto contenuti, ma fargli i complimenti non me la sento proprio. Raggiungo la carrozza di testa per scendere al volo perché se perdo il treno per Napoli, va a capire a che ora arrivo. Sono in prima posizione e guardo con fierezza quelli che avevano avuto la mia stessa idea, ma che avevo bruciato sulla velocità. Per viaggiare in treno bisogna essere esperti, devi sapere il momento preciso in cui fare le cose.
A un certo punto un signore grida: "La targhetta gialla!!" E scoppia il caos. Guardo l’individuo cercando di capire se fosse un agente della Cia che si esprimeva in codice. La targhetta gialla e tutti cominciano a muoversi all’impazzata. Ma è un incendio? Un terremoto? Un attacco alieno? Domando a un signore accanto a me. Lui mi dice che la targhetta gialla è solo l’ultima invenzione di Trenitalia e sta ad indicare che quella porta non si apre. In pratica invece di aggiustare le porte che non si aprono, ci mettono una targhetta e buonanotte ai suonatori. Insomma, rimango fregato perché tutti si sono voltati per raggiungere la prima porta senza targhetta gialla, e io sono rimasto l’ultimo.
Giunto a Roma non posso che constatare che la coincidenza se ne era andata, portandosi via la mia speranza di arrivare ad un orario ragionevole. Mi giro intorno per cercare il controllore trionfante e per spiegargli che quei venti minuti di ritardo, che a lui sembrano una quisquiglia, per me si tradurranno in un paio di orette. E poi vorrei capire perché se in Italia qualcosa parte in orario, quelle sono le coincidenze. Accipicchia!
Va bene, va. Prendiamola con filosofia. Mi dirigo verso le biglietterie per effettuare il cambio biglietto con il primo treno per Napoli. Vedo da lontano una fila corta, con poca gente e una lunghissima che mi sembrava un capitolo dell’ Antico Testamento. Ovviamente mi dirigo verso la fila corta, cullandomi nell’illusione di essere l’unico uomo intelligente presente alla stazione Termini. Poteva anche essere, no? No.
Ancora tre o quattro persone e sarebbe toccato a me. La fila di fronte, quella lunga, oscilla in maniera preoccupante. Le due signorine dietro al banco della fila corta sono veramente belle e curate nei dettagli, tanto che penso che per sceglierle ricorrano ai casting. Questo sportello è solo per le Frecce, signore. Dalla faccia che fece Noemi quando vede il mio biglietto, ritengo che nel chiamarmi signore abbia voluto strafare. Provo a sottolineare che il mio è un regionale veloce e non uno normale. Niente, devo cambiare fila.
Mi metto dietro alla persona numero duecento e comincio a pregare. Prima che tocchi a me ci vorrà molto tempo. A questo punto comincio a pensare che sforerò anche le due ore di ritardo che avevo preventivato. Mi giro intorno e non vedo il controllore ottimista, chissà dove sarà. Mi sento come un emigrante del dopoguerra in partenza per l’America, in fila su una banchina malferma e con il futuro rinchiuso in un pacco legato con lo spago. L’emigrante rispetto a me aveva però un notevole vantaggio: lui sperava in un mondo migliore.

giovedì 29 settembre 2011

rieccoci!!



Dopo questa lunga assenza, rieccoci in rete!!
Ci auguriamo che il blog sia per tutte/i uno strumento per usare l'italiano. Nella nostra programmazione didattica, si parla infatti dell'apprendimento della lingua nell'uso. E per questo, cerchiamo ogni anno di offrire la possibilità di entrare in contatto con la lingua viva attraverso compiti da svolgere, conferenze e lezioni partecipative.
Per non farla troppo lunga, vi rimandiamo al programma delle attività culturali previste, anche se alcune vanno ancora confermate, che presto verrà pubblicato sulla pagina web della scuola www.eoi-bilbo.net.
Non perdete l'occasione di partecipare coi vostri commenti e opinioni. Scrivete liberamente sul nostro blog senza il timore del giudizio dell'insegnante.
Aspettiamo numerosi i vostri interventi!!
A proposito, e voi che ne pensate dell'apprendimento significativo?


lunedì 28 marzo 2011

gli orsetti lavatori


Jean ci invia alcune curiosità riguardo gli orsetti lavatori.

Dopo aver letto e aver visto il film "Io non ho paura", dove due dei bambini che ci escono, parlano di un animale peculiare che chiamano orsetti lavatori, sono rimasta incuriosita per sapere chi era questo animale.
Così mi sono messa a cercare ed a mettere a fuoco quell'animaletto. Sono rimasta sorpresa nel vedere che conoscevo questo bell’ orso, ma non come gli orsetti lavatori, bensì come procione (in spagnolo Mapache).
A continuazione vi faccio partecipi di quello che ho trovato. Vale a dire che questa è una piccola recensione. Se volete sapere qualche cosa di più, potete cercare su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Procyon_lotor) :
Il suo nome tassonomico è Ursus lotor (orso lavatore). Questo nome viene dato per l'abitudine da immergere nell'acqua o sfregare nell'erba il cibo come per lavarlo prima di mangiarlo.
È il più grande dei procionidi, può misurare dai 41 cm ai 71 cm, dalla testa alla parte posteriore, escludendo la folta coda.
Ha una mascherina di pelo nero attorno agli occhi, che fa un forte contrasto con il bianco che la circonda.
È un animale tipicamente notturno, onnivoro e con il senso del tatto sviluppato.
L'area dove abita le specie comprende il sud del Canada, buona parte degli Stati Uniti e parte dell'America centrale sino a Panama.

lunedì 21 marzo 2011

CESARE AUGUSTO, IL CONSOLE



La grande vendetta del nipote di Cesare, il dittatore ucciso da Bruto e Cassio.
A soli 19 anni (44 a. C.), attaccò e liquidò i nemici, prese il potere.


Ecco un articolo di DIEGO BERTOZZI suggeritoci da Susana, che ci riporta sulle tracce dei nostri antenati.


"All'età di diciannove anni, con mia personale decisione e a mie spese personali costituii un esercito con il quale restituii a libertà la repubblica oppressa da una fazione": iniziano così le "Res Gestae divi Augusti", le memorie e il manifesto politico-propagandistico del fondatore dell'Impero romano, incise per disposizione testamentaria su due pilastri di bronzo davanti al suo mausoleo a Roma e lette, per espressa volontà del Senato, in tutte le Province.
L'imperatore Cesare Augusto ci offre, con la sua storia, la possibilità di fare riflessioni sul passato ma anche sul presente.

È sempre Carnevale



Anche se ormai, con l'arrivo della primavera in coincidenza con una Luna molto vicina alla Terra como non lo era stata da parecchi anni e come non si ripeterà se non fra 95 anni, del Carnevale non resta che il ricordo, possiamo dire che nella nostra vita è un po' sempre Carnevale. Nel senso che spesso ci capita di indossare una maschera anche al di fuori di questo periodo.
E allora Jean ci offre un'interessante storia dell'abitudine di origine veneziana di indossare la maschera e delle svariate funzioni che ha rivestito nel tempo.

La maschera in una città come Venezia ha origini antichissime e veniva utilizzata per molti mesi durante l’anno.
La loro storia risale a molti anni fa. Nel 1271 esisteva già, una scuola dei "maschereri". Erano fatte di argilla per il modello, gesso per il calco, cartapesta, colla di farina, garza e colori per dipingerla. Nel 1773 esistevano ufficialmente 12 botteghe di maschere. Ma sembra che erano poche in confronto all'uso che se ne faceva in quegli anni.
Le maschere erano permesse dal giorno di Santo Stefano, data che stabiliva il giorno dell’inizio del Carnevale Veneziano, fino alla mezzanotte del Martedì Grasso, che concludeva il Carnevale.
C’era un altro periodo dell’anno, dove si potreva indossare la maschera: durante la quindicina dell’Ascensione oppure dal 5 ottobre fino all’inizio della novena di Natale.
Nel 1600 si abusava talmente nell'uso della maschera che il governo della Repubblica di Venezia aveva fatto una regola che ne limitavano l'uso. Si proibiva di indossarla nei periodi che non fossero quelli di carnevale, nei luoghi di culto e indossarla ad orari prestabiliti. L'uso della maschera veniva proibito alle prostitute e agli uomini che frequentavano i casini. Ma era d’obbligo in cerimonie ufficiali e feste pubbliche.

Devo dire che il travestimento veneziano per eccellenzia era la “bauta”, indossata da uomini e donne. E non era usata solo nei giorni di carnevale, per i Veneziani era un travestimento che utilizzavano in svariate occasioni. La bauta è formata da:
· un velo nero o tabarro
· un tricorno nero
· una maschera bianca
Oggi a queste maschere si accompagnano travestimenti contemporanei frutto della creatività.
Quest’ anno il carnevale è stato dal 26 febbraio fino all’8 marzo.

letteratura di impegno sociale e monopolio politico-mediatico



Lo scrittore Alessandro Perissinitto ci ha presentato il panorama della letteratura contemporanea di impegno in Italia. L'argomento ha potuto provocare polemiche nonché censure, come possiamo vedere nell'intervista allo scrittore torinese in occasione del Salone del Libro proprio a Torino.
Cruz Aranzamendi ci offre una presentazione del romanzo Per Vendetta.

Efren Parodi, professore di storia, ha trentacinque anni, si trasferisce in Argentina per cominciare il suo nuovo lavoro nell´università. Per Efren, lavorare in sudamerica è come scoprire il nuovo mondo. A lezione, seduta davanti a lui, in prima fila,si trova Alicia, l´alunna più brillante del corso. Lei ha una belleza mozza fiato, e tra loro, si accende una passione che sembra una follia.La famiglia di Alicia, mantiene un segreto, hanno vissuto con la dittatura, e ancora hanno ferite aperte. Efren e Alicia mossi da una comune ossessione, cominceranno una ricerca destinata a riannodare, i fili che uniscono L´Argentina, l´emigrazione, la P2 e il Vaticano.
Alessandro Perissinotto fu censurato nel Salone del Libro di Torino, perché voleva parlare della P2, L´Argentina e il Vaticano. Gli dissero che non era il tema della conferenza.Tuttavia, il tema era la memoria svelata, quindi, era il tema del romanzo.
Perissinotto disse “ Parlo del Vaticano, ecco perché il Salone mi censura “ Questo è ancora un tema tabù in Italia.
Il fondatore in Italia della P2, fu Licio Gelli. P2 vuole dire, Loggia Propaganda Due. È una associazione nata segreta, dopo la seconda guerra mondiale, fu utilizzata per ospitare massoni importanti che desideravano restare coperti.
Allo stesso tempo La P2 ebbe molti collegamenti con i massoni spagnoli e la Chiesa tanto spagnola quanto italiana.

Pur non avendo letto il romanzo, è possibile commentare le connivenze tra potere, società massoniche e Chiesa. Ma anche il desiderio di andarsene dal proprio Paese alla ricerca di nuove prospettive di vita più allettanti di quelle che si stanno vivendo è un argomento che Perissinotto affronta nella storia di Efrem. E voi come ci state nel vostro di Paese?
Aspettiamo numerosi i vostri commenti.

lunedì 14 marzo 2011

ROBA DA MATTI!




Venerdì 18 marzo si inaugura presso la EOI di Bilbao la mostra fotografica sul disagio mentale, dal titolo "Roba da matti". Sarà un'occasione per dibattire sull'argomento e apprezzare la prospettiva dell'autore anonimo di questi scatti così eloquenti, intitolati in origine "Lo sguardo ritrovato". Il fotografo era un ragazzo francese internato in un istituto psichiatrico, e quando gli diedero in mano la macchina fotografica, strumento di espressione con cui aveva una certa familiarità come dimostra la qualità dei suoi scatti, trovò un mezzo per comunicare particolarmente eloquente e adatto a lui. È quel che ci resta di questa persona scomparsa nell'anonimato di un mondo marginale ed ignorato.
Dai tempi della famosa e polemica legge Basaglia degli anni Settanta, la prospettiva per i malati di mente sarebbe dovuta cambiare radicalmente. La realtà purtroppo conferma la sempre maggiore emarginazione del diverso.
Interessanti i contributi che si possono trovare a proposito di antipsichiatria su diversi siti.

Tra i manuali relativi all'antipsichiatria, da segnalare "L'istituzione del male mentale" di Furio De Paola, un saggio di critica ai fondamenti scientifici della psichiatria biologica.
La bibliografia contro la repressione psichiatrica dell'individuo è comunque estesa.
Non c'è che da iniziare ad approfondire l'argomento ed aprire il dibattito. Non scordate di vedere la mostra fotografica!
Ogni commento ed esperienza sarà benaccetto e rispettato.

viaggi o illusioni di viaggio?



Viaggiare in modo virtuale ha senso?
Eccovi un indirizzo web suggerito da Susana per visitare le ville venete: http://www.venezia.net/venezia/ville_venete/ville-riviera-del-brenta.htm.
Buona visione! O buon viaggio? Cosa si potrebbe dire in un'occasione come questa?

lunedì 21 febbraio 2011

LE MASCHERE PIÙ FAMOSE DEL CARNEVALE DI VENEZIA



Grazie alla presentazione fatta da Jose, possiamo leggere qualche informazione sul Carnevale e le maschere tipiche italiane.
Prima di parlare del Carnevale vorrei fare una breve introduzione sulle maschere. Le prime maschere che conosciamo sono le maschere funebri nell'antico Egitto. Erano portate dai faraoni nel loro viaggio all'eternità. In Grecia fu scoperta da Schliemann la maschera, tutta in oro di Agamennone, re di Micene nel XVI secolo a.C. Anche nell'antico teatro greco le maschere erano utilizzate dagli attori, non solo per caratterizzare i vari personaggi, ma anche per amplificare la voce e rendere più udibili i dialoghi

Le maschere piú famose e belle del Carnevale di Venezia: LA BAUTA, è la più rappresentativa ed è indossata da uomini e donne. La bauta maschile è bianca e non ha né naso né bocca. L'uomo è avvolto in un grande mantello nero,chiamato "tabarro", e porta anche il tricorno. La maschera feminile si chiama "la moretta" ed è di velluto nero.

IL MEDICO DELLA PESTE. Questa è una maschera autentica perché i medici, all'epoca della peste a Venezia, la portavano per visitare gli appestati. Questo dottore era l'unica persona ammessa ad essere in contatto con gli ammalati, che dovevano rimanere in quarantena nel Lazzaretto Vecchio. All'interno della maschera il dottore metteva delle erbe per purificare l'aria da respirare. Durante il carnevale questa figura ha la funzione di esorcizzare la morte e il dolore.

ARLECCHINO, della Lombardia. La maschera è tutta nera e il costume, a cento colori, è fatto con avanzi di stoffa . Arlecchino è il prototipo del servo astuto e coraggioso.

BRIGHELLA. Porta la maschera a mezzo volto. Anche Brighella è un servo di Bergamo, pronto a ordire intrighi e brighe, da ciò il suo nome. Al contrario di Arlecchino, è più rapido di mente che di gambe. Parla un dialetto misto bresciano e bergamasco e sa cantare e suonare benissimo.

COLOMBINA, l'eterna fidanzata di Arlecchino. È bugiarda, vanitosa, mordace e civetta e riesce sempre a mettere a posto i suoi corteggiatori.

PANTALONE, il magnifico. Ha un grande naso e barba a pizzo. È un ricco mercante, molto avaro, che è galante solo con le donne. Si crede un "dongiovanni" ma non ha più l'età e così diventa ridicolo.

PULCINELLA, napoletano. È sempre in movimento e danza a rapidi saltelloni. Non può
starsene zitto e ha fatto famosa l'espressione "il segreto di Pulcinella".

BEPPE NAPPA, significa buono a nulla. È un personaggio nato in Calabria ma rappresenta un servo siciliano, colpito da un sonno perenne che lo costringe a sbadigliare continuamente.

CAPITAN SPAVENTA. È un soldato spagnolo che indossa un grande cappello piumato e porta una spada da moschettiere.

lunedì 14 febbraio 2011

i tarocchi un mondo sconosciuto



NON SAPPIAMO LA VERA ORIGINE DEI TAROCCHI, NESSUNO PUÒ SPIEGARE DA DOVE VENGONO…
QUINDI POSSIAMO COMMINCIARE DALLA LEGGENDA CHE VIENE DALL’ ANTICO EGITTO. GLI EGLIZI HANNO RICEVUTO DAL DIO THOT UN LIBRO SACRO CON LE 78 LAMINE D’ORO SUI SEGRETI DELL’ UMANITÀ E DEGLI DEI….COSÍ SECONDO LA LEGGENDA QUEST'EREDITÀ È STATA MESSA AL SICURO DENTRO UNA CASSA GETTATA IN MARE!

CON IL PASSARE DEI SECOLI È STATO RELAZIONATO CON LA CABALA EBREA SOPRATTUTTO COI RICERCATORI DEL XVII SECOLO. AD ESEMPIO, COME IN UN GIOCO DI PAROLE TAROT = UGUALE = TORÀ/TORAT , LA LEGGE DIVINA... QUANDO MOSÈ È SCESO DALLA MONTAGNA CON LE LEGGI DIVINE!

COMUNQUE, IL TAROCCO NON SERVE SOLO PER INDOVINARE IL FUTURO MA ANCHE PER POTERE ACCEDERE A UNA CONOSCENZA PIÙ PROFONDA DI SE STESSO…IL TARCCO COSÌ UTILIZZATO SERVE COME METODO PER GUARDARSI ALLO SPECCHIO.



I TAROCCHI SONO UNO STRUMENTO PERSONALE SOPRATTUTTO DA UTILIZZARE IN DUE MODI:

IL PRIMO - COME UN’ AUTO-GUARIGIONE PER MEZZO DELL'AUTO-CONOSCENZA, QUESTO SENTIERO CI PORTA UNA TRASFORMAZIONE DATO CHE POSSIAMO VEDERE QUEGLI ASPETTI DELLA NOSTRA PERSONALITÀ INCOSCIENTI, SCURI….PERCIÒ SIAMO SCHIAVI DELLA NOSTRA PROPIA IGNORANZA, MA NON DOBBIAMO AVERE PAURA DI SERVIRCI DEI TAROCCHI.
CHIUNQUE È CAPACE D’IMPARARE LE REGOLE, DOPO CON LA PRATICA L’INTUIZIONE SI SVILUPPA E INCREMENTA, E POI SE AVETE IL DONO È MEGLIO …

E IL SECONDO USO, L’ASPETTO PIÙ CONOSCIUTO DEI TAROCCHI È PER INDOVINARE IL FUTURO, MA POSSIAMO ANCHE VEDERE IL PASSATO E IL PRESENTE.

C’È UNA GRANDE DIVERSITÀ DI MAZZI, PERÒ IN GENERALE, TUTTI SONO COMPOSTI DI VENTIDUE ARCANI MAGGIORI, E CINQUANTASEI CARTE MINORE , IN TOTALE SETTANTOTTO CARTE.
IL PRIMO IL VISCOTI-SFORZA FATTO NEL 1450 A MILANO DALLA FAMIGLIA SFORZA, MECENATE DELL ’ARTE DELL’EPOCA, È UN’ OPERA D’ARTE BELLISSIMA!.
IL SECONDO, I TAROCCHI RIDER-WAITE, FATTO A LONDRA, IN INGHILTERRA, NEL 1911.
E IL TERZO MAZZO SICURAMENTE LO CONOSCETE, PERCHÉ È IL PIÙ TIPICO, IL TAROCCO DI MARSIGLIA FATTO IN GERMANIA NEL QUINDICESIMO SECOLO.

TUTTAVIA, IL MIO PROPOSITO NON È INSEGNARE COME SI USA, PIUTTOSTO CHE VOI POSSIATE AVERE UNA COMPRENSIONE DIVERSA E FORSE SAREBBE L’INIZIO DI UN’ APPASSIONANTE AVVENTURA DI AUTO-CONOZCENZA!

un po' di musica


Riceviamo con piacere un suggerimento da parte di Judith per ascoltare musica italiana a volte sddirittura inedita, sul sito
http://www.italiasempre.com/vers2/mp32.htm. Ci sono pure i testi.
Non perdetevelo!!


Qualcuno non la conosce?

lunedì 24 gennaio 2011

Le "escort" che hanno fatto la storia



Dalla presentazione di Elena abbiamo avuto modo di conoscere il mondo della prostituzione femminile nella storia. Cortigiane, poetesse, messaline d'ogni tempo. Ciascuna con la propria dignità e le proprie esperienze di vita.
Per approfondire l'argomento, ci si può riferire al saggio di Valeria Palumbo "Donne di piacere".La storia delle “donne di piacere”, che in ogni tempo e in ogni regione del mondo hanno usato il loro fascino per ottenere potere, comincia nella più remota antichità. A dimostrazione di ciò si racconta in queste pagine una divertentissima leggenda risalente agli albori di Roma quando l’arma femminile del piacere sconfisse le spade e le lance degli uomini. L’eroina si chiamava Tutula o Philotis e fu la protagonista di una sorta di Ratto della sabine alla rovescia.

domenica 16 gennaio 2011

capri



Susana, una studentessa, ci suggerisce di vedere la serie televisiva CAPRI.
Speriamo sia di vostro gradimento e, nel frattempo, che si possa imparare anche un po' di buon italiano verace.

Mangiare e pensare italiano



Dal libro di Franco La Cecla La pasta e la pizza, edito da il Mulino, cito alcuni passaggi per riflettere sul cibo come elemento identitario di un popolo. "Allora, se la pasta e la pizza appartengono ad una cultura precisa e sono parte di una tecnica del corpo che si apprende nell'infanzia, oggi, con la massificazione e la macdonaldizzazione, esse,(la pasta e la pizza) come fatto culturale, non sono in realtà in estinzione?"
E ancora ""L'identità culturale, etnica o nazionale è un gioco interessante o pericoloso che i gruppi umani mettono in atto per compattarsi, andare avanti ed essere riconoscibili a se stessi e agli altri. È uno strumento formidabile (...) ma guai a credere che sia un valore al di sopra delle capacità delle persone e dei gruppi umani di adattarsi, trasformarsi, mescolarsi e creolizzarsi".
Credete anche voi che siamo quello che mangiamo, e mangiamo quello che siamo?