lunedì 21 marzo 2011

CESARE AUGUSTO, IL CONSOLE



La grande vendetta del nipote di Cesare, il dittatore ucciso da Bruto e Cassio.
A soli 19 anni (44 a. C.), attaccò e liquidò i nemici, prese il potere.


Ecco un articolo di DIEGO BERTOZZI suggeritoci da Susana, che ci riporta sulle tracce dei nostri antenati.


"All'età di diciannove anni, con mia personale decisione e a mie spese personali costituii un esercito con il quale restituii a libertà la repubblica oppressa da una fazione": iniziano così le "Res Gestae divi Augusti", le memorie e il manifesto politico-propagandistico del fondatore dell'Impero romano, incise per disposizione testamentaria su due pilastri di bronzo davanti al suo mausoleo a Roma e lette, per espressa volontà del Senato, in tutte le Province.
L'imperatore Cesare Augusto ci offre, con la sua storia, la possibilità di fare riflessioni sul passato ma anche sul presente.

È sempre Carnevale



Anche se ormai, con l'arrivo della primavera in coincidenza con una Luna molto vicina alla Terra como non lo era stata da parecchi anni e come non si ripeterà se non fra 95 anni, del Carnevale non resta che il ricordo, possiamo dire che nella nostra vita è un po' sempre Carnevale. Nel senso che spesso ci capita di indossare una maschera anche al di fuori di questo periodo.
E allora Jean ci offre un'interessante storia dell'abitudine di origine veneziana di indossare la maschera e delle svariate funzioni che ha rivestito nel tempo.

La maschera in una città come Venezia ha origini antichissime e veniva utilizzata per molti mesi durante l’anno.
La loro storia risale a molti anni fa. Nel 1271 esisteva già, una scuola dei "maschereri". Erano fatte di argilla per il modello, gesso per il calco, cartapesta, colla di farina, garza e colori per dipingerla. Nel 1773 esistevano ufficialmente 12 botteghe di maschere. Ma sembra che erano poche in confronto all'uso che se ne faceva in quegli anni.
Le maschere erano permesse dal giorno di Santo Stefano, data che stabiliva il giorno dell’inizio del Carnevale Veneziano, fino alla mezzanotte del Martedì Grasso, che concludeva il Carnevale.
C’era un altro periodo dell’anno, dove si potreva indossare la maschera: durante la quindicina dell’Ascensione oppure dal 5 ottobre fino all’inizio della novena di Natale.
Nel 1600 si abusava talmente nell'uso della maschera che il governo della Repubblica di Venezia aveva fatto una regola che ne limitavano l'uso. Si proibiva di indossarla nei periodi che non fossero quelli di carnevale, nei luoghi di culto e indossarla ad orari prestabiliti. L'uso della maschera veniva proibito alle prostitute e agli uomini che frequentavano i casini. Ma era d’obbligo in cerimonie ufficiali e feste pubbliche.

Devo dire che il travestimento veneziano per eccellenzia era la “bauta”, indossata da uomini e donne. E non era usata solo nei giorni di carnevale, per i Veneziani era un travestimento che utilizzavano in svariate occasioni. La bauta è formata da:
· un velo nero o tabarro
· un tricorno nero
· una maschera bianca
Oggi a queste maschere si accompagnano travestimenti contemporanei frutto della creatività.
Quest’ anno il carnevale è stato dal 26 febbraio fino all’8 marzo.

letteratura di impegno sociale e monopolio politico-mediatico



Lo scrittore Alessandro Perissinitto ci ha presentato il panorama della letteratura contemporanea di impegno in Italia. L'argomento ha potuto provocare polemiche nonché censure, come possiamo vedere nell'intervista allo scrittore torinese in occasione del Salone del Libro proprio a Torino.
Cruz Aranzamendi ci offre una presentazione del romanzo Per Vendetta.

Efren Parodi, professore di storia, ha trentacinque anni, si trasferisce in Argentina per cominciare il suo nuovo lavoro nell´università. Per Efren, lavorare in sudamerica è come scoprire il nuovo mondo. A lezione, seduta davanti a lui, in prima fila,si trova Alicia, l´alunna più brillante del corso. Lei ha una belleza mozza fiato, e tra loro, si accende una passione che sembra una follia.La famiglia di Alicia, mantiene un segreto, hanno vissuto con la dittatura, e ancora hanno ferite aperte. Efren e Alicia mossi da una comune ossessione, cominceranno una ricerca destinata a riannodare, i fili che uniscono L´Argentina, l´emigrazione, la P2 e il Vaticano.
Alessandro Perissinotto fu censurato nel Salone del Libro di Torino, perché voleva parlare della P2, L´Argentina e il Vaticano. Gli dissero che non era il tema della conferenza.Tuttavia, il tema era la memoria svelata, quindi, era il tema del romanzo.
Perissinotto disse “ Parlo del Vaticano, ecco perché il Salone mi censura “ Questo è ancora un tema tabù in Italia.
Il fondatore in Italia della P2, fu Licio Gelli. P2 vuole dire, Loggia Propaganda Due. È una associazione nata segreta, dopo la seconda guerra mondiale, fu utilizzata per ospitare massoni importanti che desideravano restare coperti.
Allo stesso tempo La P2 ebbe molti collegamenti con i massoni spagnoli e la Chiesa tanto spagnola quanto italiana.

Pur non avendo letto il romanzo, è possibile commentare le connivenze tra potere, società massoniche e Chiesa. Ma anche il desiderio di andarsene dal proprio Paese alla ricerca di nuove prospettive di vita più allettanti di quelle che si stanno vivendo è un argomento che Perissinotto affronta nella storia di Efrem. E voi come ci state nel vostro di Paese?
Aspettiamo numerosi i vostri commenti.