mercoledì 27 febbraio 2013

Io non mi sento italiano

Poco tempo fa si parlava su questo blog di Giorgio Gaber, il cantautore milanese scomparso dieci anni fa, che nello scoramento per l'andazzo politico e sociale, cantava Io non mi sento italiano. Chissà quanta gente ha rinnovato, dopo aver preso atto dei risultati delle elezioni politiche, questo sentimento? Il malcontento generale si manifesta con il voto al movimento a cinque stelle, che raccoglie un 30 % di ex votanti Pdl e un 22% di ex votanti Pd, come pure una fetta del movimento contro il treno ad alta velocità della Val di Susa, uno dei movimenti sociali più imponenti degli ultimi anni. Ma perché questo spauracchio dell'ingovernabilità? Perché il 75 % del popolo italiano continua a votare, nonostante il panorama politico sembri non offrire alternative convincenti per molta gente? Siamo davvero sull'orlo del baratro, o esistono spiragli che ci lasciano intuire altre forme di organizzazione? Come si vede dal di fuori il Belpaese?

2 commenti:

  1. Innanzitutto bisogna dire che la maggioranza delle persone, come conseguenza dell'impoverimento economico inarrestabile che subiscono, non hanno fiducia nella democrazia. Povertà e democrazia non vanno mai insieme.Poi dire che i politici che si sono candidati alle elezioni italiane mica hanno uno spirito costruttivo, ma distruttivo. È vero che Grillo ha dimostrato di conoscere il Paese meglio dei vecchi professionisti della politica. Eppure un leader lo si riconosce in momenti di tempesta, deve sapere guidare la barca e salvare tutti, se non è capace, allora si ritiri e cerchiamo un vero comandante. L'idea che qualsiasi persona possa fare politica è una battuta da bar che purtroppo è uscita dai bar per invaderci la vita e devastarcela. L'onestà e gli ideali sono la base per distinguere i buoni leader dai cialtroni che ci hanno portato all' attuale situazione. Ma la politica è un mestiere con regole precise: l'attitudine all'ascolto, la conoscenza della materia trattata, la capacità di giungere a una sintesi che in democrazia è quasi sempre un compromesso tra diversi egoismi. Io, almeno per ora, solo vedo uno spirito distruttivo e fanatismo. C'è chi dice che i'ignoranza del paese ha distrutto partiti-padroni, e che adesso, in Italia, tutto diventa davvero imprevedibile,e che proprio quest'imprevedibilità può essere un'occasione per i cambiamenti sociali profondi. Magari fosse così, purtroppo io non ci credo!

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  2. Magari dobbiamo ritornare a leggere un po' i classici. E poi incrociare le dita perché la mentalità che ha permeato la società italiana negli ultimi vent'anni, non ci riservi qualche brutta sorpresa.

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