giovedì 28 ottobre 2010

viaggiare all'estero


Perché non narrare le avventure del nostro primo viaggio all'estero? In questo mondo globalizzato sotto il dominio di un pensiero unico, di un consumo universalizzato, di così scarso interesse verso un modo di vivere diverso da quello che ci viene presentato come unico e insostituibile, il viaggio può ancora rappresentare una scoperta che va oltre la banalità del pacchetto turistico da agenzia dozzinale?
Non perdete l'occasione di arricchirci con le vostre storie. Siamo pronti a partire per nuovi mondi.
Un bell'esempio di letteratura di viaggio potrebbe essere Siberia per due, della scrittrice bergamasca Laura Leonelli, pubblicato da Feltrinelli nella collana Feltrinelli Traveller. È la storia di madre e figlia lungo lo Enisej, in una terra sconfinata.
Buon viaggio!

17 commenti:

  1. Non volevo essere la prima...però:
    Ho viaggiato molto nella Spagna, sempre da sola, senza una agenzia di viaggi, ma il mio primo viaggio all´estero è stato New York.
    Ho viaggiato con mia cugina, tutte due da soli, perchè mia cugina aveva famiglia in New Yersey.
    Il primo giorno, sua zia, doveva lavorare(in new york) e abbiamo deciso di andare con lei, prendere un caffè vicino al suo lavoro, aspetarla alla uscita, per vedere la città con lei.
    Ma quando siamo arrivati, ci aveva lasciato nella metro, ci aveva detto di andare a visitare tutto da soli e di ritornare dopo a new yersey anche da soli.
    Ho girato su i miei piedi, ho visto i grattacieli e ho pensato: "mamma mia dove mi sono messa". Alla fine, non abbiamo trovato nessun problema, abbiamo ritornato da soli e bene. Adesso penso che è meglio visitare una città da sola, vedendo tutto quello che vuoi e chiedendo aiuta. Ma anche voglio dire, che le persone che vivono in New York, sono molto gentili, perchè ti aiutano senza chiederla.

    RispondiElimina
  2. Il mio primo viaggio all'estero è stato quando ero ancora studente. Io avevo ottenuto una borsa di studi per fare un corso di estate in Francia, Fontainebleau, un piccolo comune vicino a Parigi. Avevo scelto questo paese perché conoscevo un pò la lingua ed inoltre i professori erano molto famosi. Al mio arrivo ho potuto comprovare che quasi tutti gli altri studenti venevano dagli Stati Uniti, così tutte le classi gruppali erano in inglese, ma quando si conosce il tema non c'è nessun problema a capire il contenuto. Il corso aveva luogo nel bellissimo castello dove, alla sera si girava un film sulla vita di Napoleone. Benché era una estate molto calda, le scene rappresentavano un freddo inverno. Là, ricordo di aver visto gli attori Orson Welles, Christopher Plummer e Rod Steiger.
    Posso dire che il mio primo soggiorno all'estero fu una magnifica esperienza!
    JOSE

    RispondiElimina
  3. La prima volta que sono stata all'estero fa otto anni.
    Io que non avvevo uscito quasi mai della mia città me disposava da fare un vaggio troppo lungo.
    Anche era la prima volta che salivo sull'aereo e non me sembrava molto divertente, ancora non mi diverte propio.
    Ho arrivata a Barcelona a fine inverno, non facceva molto freddo, ma io che vengo di una regione dalla Colombia che fa troppo caldo (30 gradi e più quasi tutto il giorno e ogni
    giorno dell'anno), mi sembrava que ero propio gelata.
    La cosa che me ho stranato più, fu vedere tanti arberi senze foglie. Nel mio paese un'arbero senze foglie è un'arbero morto.
    Sono stata colpita de vedere tante machine per strada, tanti edificio alto e anche sentire una lingua simile allo spagnolo ma non era spagnolo, era catalano.
    Per me questa esperienza me ho fatto vedere che uscire dell tuo paese e conoscere altra cultura diversa della tua apre orizzonte.

    RispondiElimina
  4. È sempre un piacere viaggiare con i racconti degli altri. Anche a voi piacciono i viaggi virtuali attraverso le narrazioni altrui?
    Grazie per i vostri contributi.

    RispondiElimina
  5. Dieci consigli per viaggiare in Italia per la prima volta e non morire provandoci

    1.Controllare il tuo bagaglio. Anche se ti dicano che le tue valigie ce le hanno le misure abituali, ci troverai sempre un posto –al treno, al pullman, all’aereo- un centimetro più piccolo della misura della tua valiglia. Eccola! Propio quella che ti da fastidio perché ne pesa 20 kili. Quasi sempre dovrai lasciarla nel corridoio, dove gli altri passaggeri ti diranno qualche parola non troppo bella dopo avere stati investiti dalla santa valigia. Chi gliene ha messo quattro route ha dimenticato aggiungerle il freno! Mi raccomando! Pensaci a prenotare un altro posto vicino al tuo per la tua valiglia “smisurata”.

    RispondiElimina
  6. 2.Scegliere la carroza giusta. Se viaggi sul treno, prima della partenza e sempre dopo aver convalidato il tuo biglietto, guarda se le porte della tua carroza vanno o non vanno. Altrimenti, quando finirai il viaggio, scoprirai che è impossibile scendere dal treno. Davvero! Dovrai fare una bella corsa attraverso le carroze per trovare una porta aperta. Ti ricordi che porti con te la tua valiglia di 20 kili? Accidenti! Annotazione: Ci sono due frasi che devi imparare nelle Ferrovie dello Stato che mi sembrano di essere come l’inno nazionale che tutti possiamo cantare insieme: la prima, “Allontanarsi dalla linea gialla”; la seconda, “Annuncio ritardo!” Ma non ti preocupare. Se ti dicono sette minuti, saranno propio sette. E dopo parlano della Svitzera!

    RispondiElimina
  7. 3.Scegliere le scarpe adeguate. Non sò se tu sai che l'Italia è piena di monumenti da vedere. Se il tuo viaggio è turistico, prendine due o tre paia di scarpe. Oppure fa’ il cammino di Santiago come allenamento prima di arrivarci. A volte vorrai vedere tutto quello que ti piace ma senza poter farlo perchè i tuoi piedi avranno bisogno del pronto soccorso. Così conoscerai tutte le panchine della città in cui ci sei. Anottazione: tuttavia, i piedi della tua mamma potranno fare una bella passegiata di sera se lei vuole fare shopping. Bel mistero!

    RispondiElimina
  8. 4.Controllare le tue malatie. Sopratutto prima di andare a vedere i monumenti. Sopratutto prima di salire sulla cupola del duomo. Sopratutto se leggi che la altezza di quella cupola è circa 160 metri. Sopratutto se ce l’hai la vertigine. Altrimenti, ne puoi spendere 60 minuti saliendo e scendendo le scale per niente. Per fortuna, quel giorno non dovrai andare in palestra.

    RispondiElimina
  9. 5.Servirsi dei trasporti pubblici. Per finire con il pronto soccorso, se veramente hai bisogno di andare in ospedale e ce l’hai qualche amico italiano che vuole portarti sulla macchina perché crede che stai per morire di dolore, ti prego di prendere l’autobus. Oppure preparati a giocare un videogioco nella realtà. Annotazione: i pedoni ne valgono 10 punti; i ciclisti, 25; arrivarci è un miracolo. Un’altra annotazione: mentre la velocità cresce e tu non puoi vedere neanche le faccie delle persone, l’uomo italiano ce l’ha il tempo di cambiare il CD, urlare maledizioni, vuotare il portacenere e mettere a posto i tappettini sotto i piedi. Se la macchina ce l’avrebbe la caffettiera, puoi contarci che lui te faceva il caffè al semaforo.

    RispondiElimina
  10. 6.Regole per andare in bicicleta. Non indossare il caschetto, portare un buon lucchetto... e basta! Communque, tu puoi portare quasi tutto quello che ti piaccia. Ed anche indossarlo. Ad esempio, di mattina puoi andare al mercato con le pantofole e di sera andare al teatro con i tacchi ed il capotto di visson. Puoi prendere l’ombrello con la sinistra mentre con la destra guidi la bici. Anche se tu puoi prendere l’ombrello con la sinistra e il tuo bambino con la destra. Ti prego di non chiedermi come si può guidare la bicicleta così. Forse con il nasso. Più esempi: portare la tua valigia (non è una ossessione, vi giuro che no), portare il tuo cane, portare tuo marito e tuo figlio (sì, tre persone), e la cosa più strana che ho mai visto: guidare la bicicleta con la sinistra, la gamba destra gessata e le due stampelle attraversate. Hai raggione: ho dovuto guardare al dizionario a trovarci tre o quattro parole per finire queste righe.

    RispondiElimina
  11. 7. Fare la spesa non è sempre così facile. Soprattuto se devi scegliere il gelato o la pasta. Sapevi cosa era la crema Michelangelo? Oppure la crema di ouva? Sapresti distinguire tra le farfalle, le lasagne oppure i fettucini? Che colore ti piace per il pranzo? Hai mai visto la pasta nera? E il sugo? Hai comprato il formaggio? Come no? Crisi bestiale! Annotazione: anche se ci siano due gradi sotto zero, gli italiani possono mangiare il gelato in strada come se fosse Ferragosto. E se gli chiedi un gelato di un solo sapore sapranno che non sei italiano, anche se tu ti allontani dalla linea gialla alla stazione.

    RispondiElimina
  12. 8. Imparare parole che salvarano la tua vita. Vivere ogni giorno all’estero non è facile. Ad esempio, per fare la pulizia a casa tua c’è una parola che ti aprirà le porte del cielo: il moscio, cioè la nostra “fregona”. Se i tuoi conquilini non sanno buttare via il pranzo che non vogliono più ed all’improvviso in cucina l’aqua non corre, senza dubbio che tu hai bisogno dello sturalavandino. E se dopo aver comprato l’ananas ed il tonno non puoi cenare, certo che hai dimenticato l’apriscatole. E ricordati che alle sette e mezza tutti i negozi saranno chiusi! Porca miseria! Forse puoi chiedere al tuo amico italiano una corsa sulla macchina... Dai, sul serio?

    RispondiElimina
  13. 9. Febbraio musicale. Se l’inverno italiano e troppo freddo per te e ti manca un po’ di musica, ricordati che per riscaldare il tuo cuore e le tue orecchie, gli italiani non aspettano mai fino maggio per il festival di Eurovision. Loro ce l’hanno San Remo, a mettà di febbraio, il migliore festival della canzone del mondo. Un mese prima del festival già non si parla d’un'altra cosa. E per una settimana, tutto il paese si ferma a guardare le cinque serate in cui si sviluppa il festival. Annotazione: alla fine del festival, saprai le canzone più conosciute. E perché? Perché gli ascolterai ovunque. Non resistere! Sarà impossibile sfuggirsene! Dal parruchiere, dal macellaio, al mercato, in palestra... Forse alla Piazza San Pietro del Vaticano ci sarà la pace. Oppure no. A volte gli piacerà qualcosa diversa dal canto gregoriano!

    RispondiElimina
  14. 10. Avere fede. In che cosa? In tutto questo che hai letto abbia stato una barcelleta e che non ti succederà mai una roba del genere. Magari! Mi dispiace, ma no. La cruda realtà può essere crudelissima. Meno male che ci resta una grande serata con gli amici davanti un buon caffé mentre ricordiamo tutto quello che ci è succeso. Quanti giorni mancano al prossimo viaggio? Dai, coraggio!

    RispondiElimina
  15. divertente il decalogo del viaggiatore! Anche se a volte ci si dispera, per fortuna resta sempre la speranza dell'arte di arrangiarsi, virtù italiana molto diffusa. Se volete, potete sempre scrivere i vostri consigli di viaggio sul sito www.tripadvisor.com.

    RispondiElimina
  16. Ah! Non dimenticate di selezionare la lingua in cui postare i vostri commenti sul sito tripadvisor. Sulla destra della pagina appare una lista di bandiere.

    RispondiElimina
  17. It turns out that even the hottest port has a few places where you can get off the beaten path. Here are some recommendations that will make you feel like you're in the know
    tre farfalle trasporti esteri

    RispondiElimina