martedì 12 giugno 2012

PAROLE, PAROLE, PAROLE...


Parole parole parole...cantava Mina.
Quanto sono importanti le parole?
Molto, se pensiamo che stanno alla base del nostro sistema di comunicazione. Eppure spesso capita che ne diciamo così tante, e così spesso, che le poverine finiscono per perdere senso, per sentirsi solo piccoli incidenti in una catena interminabile e ingarbugliata di pensieri.
Ma se ci fermiamo un attimo e proviamo ad assaporarle così, nude e crude, senza l’obbligo di concordarlecollegarleselezionarle, allora possiamo riscoprire tutta la loro forza e bellezza.
Quanto sono belle le parole?
Tanto, perché oltre a suggerirci un significato, ci permettono di riempirle con ricordi, sensazioni, emozioni, con un vissuto che può essere solo nostro e che possiamo scegliere di condividere con gli altri.
E allora eccoci a cercare una parola, una sola, quella che ci piace di più, per quello che significa in generale, per quello che significa per noi, per come suona.
Le parole raccolte sono tante. Ognuna ha una sua storia da raccontare, o meglio tutti voi avete una storia da raccontare attraverso di loro. Potete farlo qui.
Noi ci limiteremo a soddisfare la vostra curiosità dicendovi qual è stata la parola più votata, quella più lunga, quella più colorata, la più originale e la più saporita!

FARFALLA: cosa c’è al mondo di più bello, leggero, delicato e fragile?
Probabilmente nulla, ed ecco spiegato il motivo della sua vittoria nel nostro piccolo concorso. Eppure anche una farfalla ha il suo peso, come racconta lo scrittore Erri De Luca in uno dei suoi ultimi romanzi (Il peso della farfalla, Feltrinelli): «il peso della farfalla è quella goccia che completa il carico di una sopportazione, di una resistenza, che completa il carico degli anni. È l’ultima virgola, non la goccia che fa traboccare il vaso, ma quella che lo riempie.»
Così come il volo della farfalla può essere doloroso e intenso come quello raccontato da Adriana Faranda, ex terrorista delle Brigate Rosse, che racconta attraverso la letteratura l’esperienza del carcere, il suo e quello di altre donne (Il volo della farfalla, Rizzoli).
Avreste mai pensato che dietro una farfalla ci potessero essere tutte queste cose?


LUSSUREGGIANTE: 5 sillabe, 14 lettere. Proprio niente male!

ARCOBALENO: la parola più colorata non poteva essere che quella che i colori li contiene tutti. E come dice Adriano Celentano, «con i colori si può cancellare il più avvilente e desolante squallore.»

SCARABOCCHIO: potrebbe sembrare uno strano incrocio tra uno scarabeo e un occhio...di sicuro è la parola più originale che abbiate scelto!

ARANCINO o ARANCINA: dal profondo sud, batte tutte le parole concorrenti ed emerge in tutta la sua gloriosa prelibatezza! A chi non piacciono gli arancini (o arancine)? Ne va matto anche il commissario Montalbano (Gli arancini di Montalbano, Andrea Camilleri, Mondadori)! Se non avete idea di cosa siano date un’occhiata alla ricetta.
Magari per il prossimo concorso di cucina!!!

Un CIAO grande e allegro a tutti voi dalla vostra lettrice Irene!

4 commenti:

  1. Parole dette, gettate nel vento, dimenticate oppure sempre presenti. Ce ne sono alcune che ci feriscono, ci fanno tanto male, invece ce ne sono altre che ci commuovono, ci fanno provare piacere. La parola, espressione di un pensiero.
    Parole non dette mai, le peggiori, quelle che una volta abbiamo voluto dire, purtroppo sono rimaste dentro di noi, nascoste per sempre.
    Parole scritte, pietre preziose che fanno parte di una collna. Gli scrittori, i lavoratori delle parole, i veri gioiellieri, incastonano le pietre, fino a finire tante belle collane, cioè tante belle storie. Storie stampate su un pezzo di carta che rimarranno più a lungo di loro.
    Un gruppo di italiano, facevamo lezione a scuola. Un qualsiasi giorno del mostro corso scolastico, leggevamo un capitolo del libro "Le città invisibili" di Italo Calvino. Improvvisamente ci colpì una bellissima parola, "saracinesca". La saracinesca rinchiude ciò che esiste dietro di lei e così rinchiuso dentro il mio cuore rimarrà quel giorno e quei compagni per sempre. Quella parola ebbe la capacità di non lasciare sfuggire dal mio cervello nessun dettaglio di quel giorno magico. Fu un corso diverso dagli altri corsi, momenti come quello in cui imparammo questa bella parola ci aiutarono a creare, fra di noi, un legame di amicizia davvero speciale, per cui per me la parola saracinesca è doppiamente bella, per il suo suono che mi piace un sacco, e per il legame di affetto che rinchiuse dentro i nostri cuori.

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  2. Irene mille grazie per l'articolo, e le parole, parole...sono bellissime!
    Baci baci Judith

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  3. Un grazie a tutte le persone che hanno partecipato al nostro ristretto foro di dibattito telematico, alias blog,solo con i vostri interventi si è mantenuta viva una forma di comunicazione e di condivisione di saperi e sensibiltà, oltre i limiti della situazione classe. È proprio questo il nocciolo della questione. Una lingua si impara grazie a quelle esperienze che risultano di reale sperimentazione e riflessione della e sulla propria lingua. E allora ben vengano concorsi gastronomici, laboratori di teatro, piuttosto che di scrittura. Conferenze concerto, pratica e contestualizzazione di danze popolari, dibattiti sulla scrittura poetica, conferenze sul (Contro)Risorgimento, e chi più ne ha più ne metta.
    E soprattuto, un GRAZIE DI CUORE a Irene, la nostra cara lettrice napoletana, che ci ha generosamente regalato il suo tempo, la sua energia e le sue innumerevoli conoscenze e proposte.

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  4. Antonella millegrazie anche a te per la tua energy e tempo per continuare con il blog, e anche per la varietà di cose da fare: conzerto, laboratori...etc...Certo per imparare una lingua non basta con i libri, la grammatica queste sono un pezzo piccolo della lingua che coinvolge la cultura e la percezione di tutto un popolo!
    Buona estate e baci baci Judith

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