Questo è uno strumento per usare la lingua italiana, ma anche per approfondire qualsiasi argomento di nostro interesse, e commentare inoltre quanto presentato a lezione da chi vi partecipa. Il blog va curato, nel senso che se non lo alimentiamo con le nostre opinioni e informazioni, perde senso. Perciò saranno benvenuti tutti gli interventi di qualsiasi tipo! Nessuno vi interromperà correggendo il vostro italiano, non abbiate paura.
giovedì 20 dicembre 2012
Le origini del LOTTO
Credevate che il gioco del lotto fosse di origine spagnola?
Sentite cosa ha scoperto l'insegnante María Bayarri a proposito della lotteria attraverso testi letterari e non solo.
Dal momento in cui mancano soltanto due giorni per la lotteria del 22 dicembre, il nostro blog vi racconta qualche curiosità sulla storia della Lotteria. Siete curiosi di sapere da dove e quando è arrivata? Se è così, ecco l’origine di questo popolare Gioco d’azzardo o “gioco della ventura come veniva chiamato a Napoli nel 1583 e a Venezia nel 1590 secondo alcune testimoninanze che sono rimaste scritte in archivio e l’informazione che ci offre il DELI (Dizionario Etimologico della Lingua Italiana): sulla lotto e la lotteria.
(lotto” s.m “gioco d’azzardo che consiste nell’estrarre cinque dei novanta numeri posti in una urna e nell’assegnare un premio in denaro a chi ne indovana uno o più” Ccsì viene definito da Benedetto Varchi nel 1565 Varchi fu accademico della Crusca, l’accademia della Lingua Italiana.Lui ci partecipò molto attivamente nelle discussioni linguistiche dalle quali nacque il Vocabolario della Lingua Italiana quattrocent’anni fa, proprio nel 1612 (http: www.accademiadellacrusca)
Se continuamo a guardare l’etimologia di Lotteria, sul DELI ci troviamo: s.f. “Gioco d’azzardo che consiste nel sorteggio di pochi premi vistosi e altri piccoli premi tra un numero grandisssimo di polizze numerate”(OUDIN 1640)
Parecchie curiosità su tutta la storia della Lotteria nella Penisola Iberica e in Italia ce le spiega Julio Caro Baroja nel suo bel saggio Fragmentos Italianos pubblicato negli anni 90.
Noi vi racconteremo soltanto un po’ come è stata esportata da Napoli a Madrid nel Settecento ai tempi di Carlo III. In quei tempi andava di moda giocare ad ogni tipo di gioco d’azzardo, soprattutto fra la nobiltà. Il gioco era sfrenato e continuo motivo di divertimento alla corte spagnola fra i circoli sociali.Ma pure in Italia era così. Soltanto ci basta ricordare le opere di Carlo Goldoni e specialmente la sua Trilogia della Villeggiatura, opera teatrale in cui vengono criticati i costumi della società veneziana e fra questi i giochi d’azzardo quali simboli dello svago di quella società veneta.
Goldoni ne faceva una critica proprio negli stessi anni in cui la lotteria napoletana diventò una moda presso la corte di Madrid. Era il 1764; ma anche in quegli anni il monarca tirò fuori delle leggi per cambiare il modello e le leggi vigenti sui giochi d’azzardo.
Un secolo prima dell’arrivo della “lotteria napoletana” alla Peninsola Iberica, in Puglia, a Bari l’arcivescovo Ruffo aveva rimproverato tutti i cristiani che vi avrebbero giocato.
Ma se facciamo un piccolo percorso letterario dal Trecento con Giovanni Boccaccio (1313-1375) fino all’Ottocento con Matilde Serao (1856-1927), ci troveremo anche tante curiosità e testimonianze culturali sulla fortuna e il gioco.
Associata all’idea di “cuccagna” e “jauja" e vita spensierata è ispirata la III novella, Giornata VIII del Decamerone di Boccaccio. Lì, ci troviamo Berlizone nel paese di Bengodì, nome immaginario inventato da Boccaccio e che corrisponderebbe al paese di cuccagna o jauja come viene chiamato nei romances populares in castigliano.
E in questo paese dei Bengodì,Boccaccio ci parla dei Baschi definendoli come mangioni.(http://www.softwareparadiso.it/studioletteratura/Decamerone/novella 08-03.htm).
Nel 1837 Donizetti nella sua opera L’elisir d’amore riprende l’argomento sul “paese dei baschi” per ambientarvi un’azione fantastica.Quindi, Jauja, Berlizone e Cuccagna continueranno a suggerirci l’idea di vita spensierata.”
Nel 1890 Matilde Serao pubblicherà un suo romanzo intitolato Il paese di Cuccagna.Ambientato a Napoli, lì vi troviamo personaggi come i serragliuoli che sarebbero come “los niños de la Benifecencia”(oggi San Idelfonso), cioè, quelli che una volta cantavano i numeri della lotteria il giorno del sorteggio.
Serao s’ispirerà ai numeri della cabala e farà riferimenti ai testi ermetici come il testo di Rutilio Benincasa 1555-1622 autore di Almanacco Perpetuo (1587) per ambientare la sua opera verista ed i suoi personaggi a Napoli.
La lotteria e la lotto secondo il modello italiano continuava a crescere nell’Ottocento fuori della Campania pure. Dopo l’Unificazione Italiana a Roma c’erano 65 posti vendita lotteria, e a Napoli il doppio 146.
Il numero più popolare era l’80, il 77 il numero del diavolo e il 75 il numero di Pulcinella, il personaggio della Commedia dell’Arte. Sempre a Napoli, vi possiamo trovare una piccola figura di terraccotta che rappresenta un personaggio vestito alla moda del Settecento e con i numeri della lotteria attaccati sul vestito.L’avete mai visto o forse comperato per avere fortuna il giorno del sorteggio?
Quindi, se ce l’avete, benissimo e se non ce l’avete per diventare “ricchi” vi auguriamo che “la luna vi porti fortuna” come diceva Achile Campanile, e vi invitiamo a guardare su youtube il film di Eduardo de Filippo ambientato a Napoli Natale in Casa Cupiello.
Buon Natale e Felice 2013!!
Perché mi piace.
Il sito parliamo italiano ci suggerisce mille e una proposta di approfondimento della lingua italiana.
Qui di seguito troverete una serie di motivazioni del perché oggi tante persone studiano italiano. Malgrado l’importanza politica ed economica di altre lingue, il numero di persone che studia l’italiano cresce continuamente anche in Paesi che non hanno conosciuto l’immigrazione italiana.
La motivazione più comune è l’arricchimento culturale, seguita da esigenze di studio, di lavoro, per turismo o per ragioni affettive.
La motivazione più comune è l’arricchimento culturale, seguita da esigenze di studio, di lavoro, per turismo o per ragioni affettive.
L’italiano è una lingua di cultura, è la lingua di Dante, del bel canto, della lirica. E’ la lingua di grandi artisti, pittori, poeti, scrittori, filosofi. E’ inoltre la lingua del Papa, essendo la lingua ufficiale, insieme al latino, della Città del Vaticano.
La lingua italiana è una lingua musicale, aperta, varia e ridondante, per cui comprendere in italiano è più facile che in altre lingue ed è anche più piacevole.
Ma l’italiano è anche la lingua che accompagna il Made-in-Italy: è la lingua della moda, della cucina e delle automobili. Tutto questo è sinonimo di qualità, di stile e saper vivere. L’italiano è anche Dolce vita.
La lingua italiana è una lingua musicale, aperta, varia e ridondante, per cui comprendere in italiano è più facile che in altre lingue ed è anche più piacevole.
Ma l’italiano è anche la lingua che accompagna il Made-in-Italy: è la lingua della moda, della cucina e delle automobili. Tutto questo è sinonimo di qualità, di stile e saper vivere. L’italiano è anche Dolce vita.
L’italiano è una parte importante di quell’Italia piena di tesori d’arte, di paesaggi, di magia. E gli italiani sono un popolo creativo, simpatico, caloroso.
Parlare italiano è una risorsa per crescere dal punto di vista umano, culturale e professionale. L’industria italiana rimane una delle più importanti al mondo.
È pur vero però che bisogna metterci un certo impegno per imparare questa lingua apparentemente facile: andare a lezione, leggere, visitare siti, vedere film, ascoltare musica, fare esercizi, scrivere, approfittare del turista italiano sperduto per attaccare bottone, ecc, ecc. ...
E allora, nonostante l'impegno che richiede, cos'è che vi motiva a continuare ad imparare questa lingua?
Se volete consultare siti utili sulla pagina della EOI di Bilbao, dovrebbe essere disponibile fra pochi giorni un elenco ragionato. E se volete suggerirci altri siti che non conosciamo, ve ne saremo molto grate.
Parlare italiano è una risorsa per crescere dal punto di vista umano, culturale e professionale. L’industria italiana rimane una delle più importanti al mondo.
È pur vero però che bisogna metterci un certo impegno per imparare questa lingua apparentemente facile: andare a lezione, leggere, visitare siti, vedere film, ascoltare musica, fare esercizi, scrivere, approfittare del turista italiano sperduto per attaccare bottone, ecc, ecc. ...
E allora, nonostante l'impegno che richiede, cos'è che vi motiva a continuare ad imparare questa lingua?
Se volete consultare siti utili sulla pagina della EOI di Bilbao, dovrebbe essere disponibile fra pochi giorni un elenco ragionato. E se volete suggerirci altri siti che non conosciamo, ve ne saremo molto grate.
La più bella del mondo
Ricordate Benigni? Qualche giorno fa, come avevamo annunciato su questo blog, ha presentato in tv la Costituzione italiana in una trasmissione con un'audience molto alta. Non sono certo mancate le polemiche, visto il tono sempre ironico di Benigni, quando cita l'alieno (così definisce Crozza l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi), o fa riferimento esplicito al lavoro che non c'è, nonostante l'art. 4 lo sancisca come un diritto inalienabile.
A proposito di Crozza, vedetevi il suo Show nel Paese delle Meraviglie. Come sempre, tocca ai comici fare politica.
Pure la vostra Costituzione è la più bella del mondo?
mercoledì 12 dicembre 2012
Teatri dello sguardo
Teatri dello sguardo
Percorsi tra parole e immagini nella drammaturgia
italiana delle origini
a cura della Dott.ssa MARA NERBANO
mercoledì 12 dicembre
ore 18:45
SALA DE LECTURA EOI Bilbao
ti va di andare al cinema?
Dopo la proposta del festival di cinema italiano organizzato dall'Instituto Italiano de Cultura di Madrid, ecco un'altra ottima occasione per vedere film di qualità a Bilbao, in lingua originale. Si tratta del ciclo di film di Michelangelo Antonioni, in occasione del centenario della nascita del regista italiano.
Fateci avere la vostre recensioni e critiche, sarà un piacere leggerle!
domenica 9 dicembre 2012
VISITA AL MUSEO DELL'ATHLETIC
Un paio di anni fa alcuni studenti del livello B1, siamo andati a fare la
visita guidata dentro il campo di calcio dell' Athletic Club, in San Mames.
“La squadra si crea nel 1898, però l'inaugurazione di San Mames (1913) è stato il
preludio di una storia di successo che ha portato l´Athletic ad essere la migliore squadra dello Stato”-Web Athetic (http://www.athletic-club.net/web/main.asp?a=2&b=7&c=0&d=0&idi=1)
Nella visita, si
vede il museo dell' Athletic, e dopo si fa una visita guidata dentro il campo,
dove si vede il palco dove c´è il famoso leone, la sala stampa, lo spogliatoio
della squadra, le panchine, per finire con l´arco di San Mames.
Vi piacerebbe
avere un bel ricordo di questo centenario campo? Che ne pensate dell´Athletic?
La visita è stata meravigliosa!!
Non è un peccato che fra non molto si trasloca?
Come funziona Venezia?
Venezia non è solo una scenografia. È anche una città abitata, dove ci sono attività produttive, trasporti e servizi. Ma come funziona il "sistema Venezia"? Come si comportano le maree della laguna? Come sono fatti i rii? E le sponde? Cosa c'è sotto i palazzi? Dove passano i tubi del gas e dell'elettricità? Quali sono i problemi causati da un ambiente così umido? Alcune risposte le troverete in questo video che ci suggerisce Mercedes, una studentessa di livello B2.
È inoltre interessante conoscere il progetto MOSE che illustra il sistema di funzionamento delle paratoie, per salvare Venezia dall'acqua alta.
Il MOSE consiste in un sistema di paratoie a ventola a spinta di galleggiamento oscillante, a scomparsa, che secondo gli autori del progetto rispetta quanto era stato indicato nel 1982 dal voto n.209 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ovvero che le opere non avrebbero dovuto modificare lo scambio idrico mare-laguna per non nuocere alla morfologia e alla qualità delle acque, non ostacolare la navigazione e quindi interferire con le attività portuali e di pesca e non alterare il paesaggio. Le paratoie, consistenti in strutture scatolari metalliche larghe 20 metri, lunghe tra i 20 e i 30 metri e spesse circa 5 metri, sono definite "mobili a gravità", in condizioni normali sono piene d'acqua e rimangono adagiate sul fondo, dove sono alloggiate in cassoni prefabbricati in calcestruzzo che poggiano sul fondale, preventivamente rafforzato. Quando è prevista una marea superiore ai
La quota di
Per la difesa delle tre bocche di porto sono previste complessivamente 78 paratoie, divise in 4 schiere: due schiere di 21 e 20 paratoie alla bocca di porto di Lido San Nicolò, la più ampia, collegate da un'isola artificiale; una schiera di 19 paratoie alla bocca del porto di Malamocco e una di 18 alla bocca del porto di Chioggia. Per assicurare la navigazione anche nei periodi in cui le barriere mobili sono in funzione, sono stati realizzati porti rifugio e conche di navigazione che consentiranno il transito delle imbarcazioni (grandi navi a Malamocco, barche da diporto, mezzi di soccorso e pescherecci al Lido e a Chioggia).
Il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la realizzazione delle opere di salvaguardia di Venezia, ha adottato questo tipo di paratoia, anziché un intervento di restringimento fisso alle bocche di porto come prevedeva invece il progetto del
Vi è un ampio dibattito sulla reale rispondenza delle caratteristiche tecniche del MOSE ai requisiti richiesti dalla legge speciale per la salvaguardia di Venezia.
Pensate che valga la pena mettere in atto un progetto a dir poco faraonico per salvare Venezia?
E se ne avete voglia, leggetevi il testo Venezia è un pesce di Tiziano Scarpa, vi sorprenderà la chiave di lettura che l'autore ci suggerisce.
venerdì 23 novembre 2012
Sciopero del sesso
Sempre in relazione al sesso, leggetevi questa notizia riguardo alla decisione della Cassazione che considera il rifiuto del coniuge, guarda caso donna, ad avere rapporti sessuali col marito, una colpa nella causa della loro separazione.
Non mancano esempi cinematografici quali quello proposto dal regista franco-rumeno Radu Mihaileanu col suo ultimo film La sorgente dell'amore, basato su fatti reali avvenuti in Turchia.
E a proposito di amore e relazioni sessuali che vengono spesso confusi, vi proponiamo l'ascolto di Bocca di Rosa, di De André, se per caso ancora non la conoscete, e pure La ballata dell'amore cieco.
Buon ascolto! E ricordate che il dibattito è aperto!
giovedì 22 novembre 2012
L'età del consenso
Una studentessa del livello B2, Susana, ci propone un dibattito sull'età del consenso per i rapporti sessuali. A tale proposito, ha raccolto una serie di informazioni che qui pubblichiamo.
Il concetto legale di età del consenso viene usato proprio per indicare le attività sessuali che un minorenne può compiere da consenziente, anche se non ha raggiunto la maggiore età. Dopo una breve ricerca per sapere quali fossero i limiti di età, è sorprendente quello che ho scoperto: anche se la legge varia da stato a stato la media è vicino ai 16 anni, con punte verso il basso di 12 e verso l'alto di 20. Secondo voi qual'è l'età giusta? Quando finisce il tempo di non essere più un bambino? Sapevate che una delle pochissime nazioni al mondo in cui l'età del consenso sessuale è fissata a soli 12 anni è il Vaticano, seguita dalla Spagna a 13? Come mai in un paese cattolico non si dovrebbe attendere comunque i 18 anni, ovvero quando il matrimonio può essere contratto?
Mentre in alcuni paesi il concetto è del tutto assente in altri, preoccupati per la protezione dell'infanzia, come la Turchia o l'India, bisogna attendere la maggiore età. In quest'ultimo il sesso è punito negli adolescenti, con prigione da sei a dodici anni e una multa da 24.000 euro a 240. 00 euro. In Italia, invece, l'età è fissata a 14 anni, ma i partner devono avere una differenzia massima di 3 anni. La legge però è complessa e piena di contraddizioni. A 14 anni siamo già capaci di intendere e volere, di decidere sulle cose importanti della propria vita? Per essere considerato un maggiorenne, ad esempio per votare o per contrarre matrimonio, occorre avere almeno 18 anni, a cosa serve, dunque, fissare un'altra età “per il consenso”?
Ereditata dal maschilismo e dalle società dittatoriali e comuniste, questa legge ha scatenato molte polemiche e continua a non essere accettata da numerosi scienziati intellettuali e senatori. Costoro sono a favore dell'abolizione, dato che si rinforzò a seguito della rivoluzione sessuale e dei costumi degli anni '60 e 70', in un momento in cui non c'era ancora stato lavoro intellettuale, sociale e scientifico sul tema; cioè, non vi era ancora piena conoscenza dei gravi traumi subiti dai bambini erotizzati. Su questo venne fatta luce soltanto dagli anni '90 in poi, e la cui mancata conoscenza non permetteva di avere la stessa sensibilità di oggi. Se andiamo avanti così, dove mettiamo la parola “pederastia”, una piaga nella nostra società? C'è molta paura che diventi qualcosa di normale, di consueto, di usuale nella vita. I bambini hanno bisogno di una grande protezione; purtroppo il termine “Pederastia” si ritrova raramente nei testi ufficiali, sia internazionali che nazionali; perciò, nella maggior parte dei Paesi europei la legge non lo conosce. Si limita a parlare di attentato al pudore, di abuso sessuale, di aggressione con o senza violenza. Il termine ha mantenuto un contenuto ambivalente forse a causa di una certa cultura che ama cantare “l'amore giovane”, ed evidenziare la “carica sessuale” che è presente nel bambino, piuttosto che denunciare le disparità e la violenza intrinseca in certi atti sessuali, anche non violenti, tra un adulto e un minore.
Sono convinta che portare l'età del consenso minima almeno a 16 anni rappresenti un atto di responsabilità verso i bambini e gli adolescenti, in modo da ridurre il rischio di farli cadere in situazioni pericolose.
Riportiamo anche la definizione di "minore" secondo l'enciclopedia Treccani.
Per quanto riguarda invece il termine "erotizzazione", ci rifacciamo alle considerazioni raccolte nella Carta dei Diritti dei Bambini.
Se poi desiderate sdrammatizzare un po' l'argomento decisamente tosto, guardatevi la seconda puntata della 55esima edizione dello Zecchino d'oro, (concorso di canzoni per bambini), in occasione della 23ª Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, e ascoltatevi La Ballata del Principe Azzurro a proposito di capacità decisionale dei bambini.
giovedì 15 novembre 2012
La mafia a tavola.
Il ristorante italiano LA MAFIA se sienta en la mesa, apre i battenti nel 2000 e, a partire dal 2002 vengono disseminati nella Penisola Iberica diversi altri ristoranti che, oggi, costituiscono una catena presente anche a Bilbao. Sarà pure una proposta innovativa del modo di intendere la cucina, come si legge nella pagina web della franchising, ma c'è chi si sente ferito, offeso o, in qualche modo vilipeso per la scelta, secondo alcune persone, poco felice del nome. "Le farò un'offerta che non potrà rifiutare" dichiarava Don Vito Corleone, nel film Il Padrino. Dobbiamo forse considerare il nome di questi ristoranti un omaggio alla trilogia di Martin Scorsese a distanza di quarant'anni dalla sua uscita nelle sale di tutto il mondo? E quale sarebbe l'offerta che non si può rifiutare? Per chi la Mafia l'ha vissuta da vicino, o magari l'ha sofferta sulla propria pelle, il boccone da trangugiare è davvero troppo amaro. Ma anche per chi conosce le connivenze ormai storiche e, purtroppo immutate, tra mafia e politica sarebbe difficile godersi un piatto al tavolo di un ristorante dal nome così inquietante, che ricorda troppi momenti tragici della storia italiana, come si può apprezzare dallo spezzone del video Collusioni tra mafia e politica. Comunque, oltre ad aspetti drammatici, l'argomento offre un sacco di spunti, persino linguistici, come si può ben vedere dal lessico proprio della mafia poi divulgatosi anche nella lingua comune. Sapreste spiegare ad esempio il significato dell'espressione "pezzo da novanta"? E per sdrammatizzare, godetevi uno spezzone del film di e con Benigni, Jonny Stecchino.
Dopo di che, se siete già state/i in uno di questi ristoranti o avete un tavolo prenotato per il prossimo fine settimana, fateci pervenire la vostra opinione. Siamo curiose/i di conoscere l'atmosfera che si respira.
Dopo di che, se siete già state/i in uno di questi ristoranti o avete un tavolo prenotato per il prossimo fine settimana, fateci pervenire la vostra opinione. Siamo curiose/i di conoscere l'atmosfera che si respira.
martedì 13 novembre 2012
Il nostro Dante
Dopo la conferenza di María Bayarri sulla diffusione della Divina Commedia nella Penisola Iberica, e la recita di Adriana Cagnoni di alcuni versi dell'Inferno , pare si sia diffusa una certa curiosità ad approfondire l'opera del Poeta toscano.
In dipartimento potete prendere in prestito il testo di Roberto Benigni, Il mio Dante, edizioni Einaudi.
Interessante la recita in musica del V Canto dell'Inferno del Gruppo Zed. Ricordate di chi parlava e in quale girone si trovavano i condannati?
Non appena il computer del dipartimento ce lo permetterà, scaricheremo in formato mp3 la conferenza dell'8 novembre in modo che anche chi non ha potuto prendervi parte, la possa quantomeno ascoltare.
E non esitate a farci pervenire le vostre i scoperte di testi, video, canzoni e quantaltro in merito all'opera di Dante.
AIUTATECI AD ALIMENTARE IL BLOG.
giovedì 8 novembre 2012
Parlano forse politichese?
Qualcuno ricorda il film di Totò Vota Antonio? Sulla stessa scia e un bel po' di anni dopo, presto nelle sale italiane verrà presentato il nuovo film di Antonio Albanese
Sapreste indovinare quale varietà regionale parlano i due attori? E se vi risulta eccessivamente difficile, potreste cercare di azzeccare se si tratta di una parlata del nord, centro sud o profondo sud.
E, a proposito di elezioni politiche, se volete contribuire con un vostro commento, potremmo aprire un dibattito in merito.
lunedì 5 novembre 2012
Volete vedervi l'ultimo film di Matteo Garrone in italiano? E allora andate alla sala Multicines di Bilbao, MERCOLEDÌ alle ore 22.00.
È un'occasione più unica che rara. Non pertetela!!
Organizza CASAITALIA che ci rivolge l'invito a partecipare gratuitamente alla proiezione. Non dimenticate però di confermare la vostra partecipazione via mail.
Se vi interessa leggere una recensione, iniziare da questo commento e, perché no, aggiungervi poi il vostro, se avrete occasione di vedere il film premiato al festival di Cannes. O potete ascoltare il commento di Nanni Moretti presidente della giuria al festival. O ancora l'intervista del tg, piuttosto che quella di Rai Cinema Channel a Matteo Garrone.
Insomma, un bagno di cultura non fa mai male.
BUONA VISIONE!!
martedì 30 ottobre 2012
LA PIÙ BELLA DEL MONDO
Benigni, dopo la presentazione in tv della Divina Commedia, e il suo commento al Quirinale sull'Unità d'Italia, si riproporrà ora in una nuova trasmissione prevista per il 17 dicembre, in pieno periodo prenatalizio, per parlare della Costituzione italiana, "la più bella del mondo" appunto, secondo le sue parole.
Ma sarà poi così disinteressata la trasmissione del comico italiano? Da cosa pensate possa essere motivata la sua scelta? A voi la parola!
martedì 23 ottobre 2012
simply choosy
Elsa Fornero, ministro del welfare, in una dichiarazione pubblica, ha invitato i giovani italiani a "non fare i difficili quando si tratta di lavoro, a non essere choosy". Potete immaginarvi quali le reazioni del mondo giovanile, sindacale e non solo. Un'affermazione difficile da mandar giù. Basta vedere i messaggi di protesta che ha scatenato.
Questo tipo di dichiarazioni ci riportano ad altre frasi pronunciate senza cura da altri politici in un passato piuttosto recente, e di cui si è parlato proprio su questo blog. Ve ne ricordate?
Non si può certo dire che sia l'effetto del caldo estivo, di questi tempi. E allora cosa può motivare una figura di spicco della politica italiana come la Fornero, a rilasciare certe dichiarazioni?
Proviamo insieme a fare delle ipotesi. Si accettano anche idee stravaganti, tanto per restare in linea con il ministro.
Non perdetevi comunque lo sketch di Serena Dandini con la ministro Fornero, se vi mancano delle ideee.
giovedì 18 ottobre 2012
CHIODO SC(HI)ACCIA CHIODO
È il nome del blog del dipartimento di italiano della EOI di Sagunto. Visitatelo!
Ma si tratta anche di un proverbio. Sapete cosa significa?
Conoscete altri proverbi e modi di dire italiani che vi piacciono in particolar modo? Sicuramente sì. E allora coraggio! Mandatecene una valanga, e chi più ne ha più ne metta.
Quando ne avremo collezionati un bel po', pubblicheremo una lista. La vostra collaborazione è però indispensabile.
giovedì 11 ottobre 2012
Poesia dorsale
Sapete di cosa si tratta? Leggete la proposta degli studenti e delle studentesse di C1 e capirete. Non dimenticatevi di raccogliere il loro invito.
Un amore visionario per i libri.
Per il contenitore e il contenuto.
Libri che si affastellano casualmente e si incontrano magicamente. Dorsi sovrapposti: parole sovrapposte, autori schiacciati, titoli che si rincorrono, confondono.
Libri che sono il mezzo, il fine, la fuga, il rifugio, la conoscenza. Sommare mischiare sottrarre: creare. Poesia, una pila apparentemente disordinata.
Uno scatto. È Poesia Dorsale.Come queste , ad esempio, scritte da alcuni alunni con questa lista di libri.
La poesia dorsale, tra l’altro, può diventare anche un ingegnoso e inaspettato regalo: si può dedicare una poesia donando i libri che la compongono. Altro che serenate!
Un sonno senza sogni, Dacia Maraini/
Correndo verso le nuvole, Camponeschi Massimo/
Le isole del mare, Roberto Piumini/
Nel cerchio di un pensiero, Alda Merini/
Innamorati da morire, Carlotto Colaprico/
Dentro l'infinito, Giancarlo Villa/
Io non ho paura, N. Ammaniti/
Testimone inconsapevole, G. Carofiglio/
Due di due, A.De Carlo/
Una barca nel bosco, P. Mastrocola/
Per vendetta, A.Perissinotto/
Vieni via con me, R.Saviano/
Meccanica celeste, M. Maggiani/
Quando tutto tace, A. De Roma/
Caos calmo, S. Veronesi
C. MAGRIS, Danubio
A. CAMILLERI, Un filo di fumo
S. VASSALLI, La chimera
P. MASTROCOLA, La scuola raccontata al mio cane
P. MASTROCOLA, Più lontana della luna
G. BASSANI, Il giardino dei Finzi-Contini
F. VOLO, Un posto nel mondo
P.RUMIZ, La leggenda dei monti naviganti
A. PENNACCHI, Canale Mussolini
S. MORANDI, Il pozzo dei desideri
M. POLIDORO, Marta che aspetta l’alba
A. MERINI, Vuoto d’amore
P. VALDUGA, Cento quartine e altre storie d’amore
Prova anche tu a comporre una poesia dorsale con questa lista o aggiungendo altri titoli di libri che hai letto!
appendete la vostra parola
"(...) le rispetto molto, le parole: mi danno da vivere, e a volte cerco di restituire il favore. E poi le parole sono davvero importanti, più di quanto tanti pensino e a volte per ragioni che non vorremmo."
Questo è quanto dice il traduttore Roberto Serrai in un interessante articolo sul valore della parola. E aggiunge in un altro passo
"L’impoverimento del linguaggio, e quindi della nostra vita, è anche frutto del nostro quotidiano rinunciare e voltare lo sguardo."
Altri spunti di riflessione a tal proposito li possiamo trovare in alcuni spezzoni del programma condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano Quello che (non) ho, che a sua volta ci rimanda all'omonima canzone di De André, rivisitata poi dai Litfiba
Se vien voglia anche a voi di "appendere" qui la vostra parola, non esitate!
Ogni vostro contributo sarà prezioso, di qualunque natura esso sia.
giovedì 4 ottobre 2012
Si ricomincia!!
Ci auguriamo che la ripresa dei corsi sia per tutte le persone appassionate di italiano lo spunto per continuare ad approfondire e divertirsi con questa lingua e tutto quanto ci sta attorno.
Imparare significa arricchirsi, ma non vi preoccupate, nessuno vi chiederà di approfondire il mondo dei dialetti. Per ora ci accontentiamo dell'italiano standard, ammesso e non concesso che esista un italiano standard.
E voi, che vi aspettate dal vostro corso di italiano? Siamo curiose di conoscere le vostre opinioni.
martedì 12 giugno 2012
PAROLE, PAROLE, PAROLE...
Parole parole parole...cantava Mina.
Quanto sono importanti le parole?
Molto, se pensiamo che stanno alla base del nostro sistema di comunicazione. Eppure spesso capita che ne diciamo così tante, e così spesso, che le poverine finiscono per perdere senso, per sentirsi solo piccoli incidenti in una catena interminabile e ingarbugliata di pensieri.
Ma se ci fermiamo un attimo e proviamo ad assaporarle così, nude e crude, senza l’obbligo di concordarlecollegarleselezionarle, allora possiamo riscoprire tutta la loro forza e bellezza.
Quanto sono belle le parole?
Tanto, perché oltre a suggerirci un significato, ci permettono di riempirle con ricordi, sensazioni, emozioni, con un vissuto che può essere solo nostro e che possiamo scegliere di condividere con gli altri.
E allora eccoci a cercare una parola, una sola, quella che ci piace di più, per quello che significa in generale, per quello che significa per noi, per come suona.
Le parole raccolte sono tante. Ognuna ha una sua storia da raccontare, o meglio tutti voi avete una storia da raccontare attraverso di loro. Potete farlo qui.
Noi ci limiteremo a soddisfare la vostra curiosità dicendovi qual è stata la parola più votata, quella più lunga, quella più colorata, la più originale e la più saporita!
FARFALLA: cosa c’è al mondo di più bello, leggero, delicato e fragile?
Probabilmente nulla, ed ecco spiegato il motivo della sua vittoria nel nostro piccolo concorso. Eppure anche una farfalla ha il suo peso, come racconta lo scrittore Erri De Luca in uno dei suoi ultimi romanzi (Il peso della farfalla, Feltrinelli): «il peso della farfalla è quella goccia che completa il carico di una sopportazione, di una resistenza, che completa il carico degli anni. È l’ultima virgola, non la goccia che fa traboccare il vaso, ma quella che lo riempie.»
Così come il volo della farfalla può essere doloroso e intenso come quello raccontato da Adriana Faranda, ex terrorista delle Brigate Rosse, che racconta attraverso la letteratura l’esperienza del carcere, il suo e quello di altre donne (Il volo della farfalla, Rizzoli).
Avreste mai pensato che dietro una farfalla ci potessero essere tutte queste cose?
LUSSUREGGIANTE: 5 sillabe, 14 lettere. Proprio niente male!
ARCOBALENO: la parola più colorata non poteva essere che quella che i colori li contiene tutti. E come dice Adriano Celentano, «con i colori si può cancellare il più avvilente e desolante squallore.»
SCARABOCCHIO: potrebbe sembrare uno strano incrocio tra uno scarabeo e un occhio...di sicuro è la parola più originale che abbiate scelto!
ARANCINO o ARANCINA: dal profondo sud, batte tutte le parole concorrenti ed emerge in tutta la sua gloriosa prelibatezza! A chi non piacciono gli arancini (o arancine)? Ne va matto anche il commissario Montalbano (Gli arancini di Montalbano, Andrea Camilleri, Mondadori)! Se non avete idea di cosa siano date un’occhiata alla ricetta.
Magari per il prossimo concorso di cucina!!!
Un CIAO grande e allegro a tutti voi dalla vostra lettrice Irene!
giovedì 24 maggio 2012
La Tammorriata
La tammorriata o ball ‘ncopp o tambur (ballo sul tamburo) è una delle danze popolari più diffuse e conosciute del Sud Italia. Si sviluppa soprattutto in Campania, e presenta numerose varianti e particolarità. La più nota, probabilmente, è quella conosciuta come Nocerino-sarnese, che si balla nella zona che circonda Nocera, cittadina italiana in provincia di Salerno, situata in prossimità del fiume Sarno.
La tammorriata ha origini antiche, probabilmente relazionate con la tradizione coreutica legata al culto di Dioniso, con elementi fortemente simbolici e propiziatori di fertilità. Questo ballo infatti nasce in contesti contadini, e i suoi movimenti in origine richiamano alcuni movimenti caratteristici del mondo agricolo.
La tammorriata si balla in contesti festivi e celebrativi, soprattutto nelle feste religiose dedicate al culto della Madonna (specialmente nel periodo pasquale e nel mese di maggio), feste in cui si costituiscono nelle piazze e nelle strade del paese dei cerchi di persone in cui tutti possono partecipare, prendendo di volta in volta, e nel rispetto degli altri, il ruolo di cantori, suonatori e ballatori (o ballerini). Mentre i suonatori battono sulla tammorra (tamburo in dialetto campano), o suonano gli altri strumenti caratteristici come il Putitpù, il Triccheballacche o lo Scetavajasse, e i cantori intonano la melodia della canzone che vogliono cantare, dal cerchio si staccano due o tre coppie di ballatori, e cominciano a ballare al centro del cerchio mentre gli altri li osservano e li incitano. Le tammorriate possono durare anche molto tempo, per cui è fondamentale il “ricambio” dei ballerini, cosa che avviene soprattutto attraverso la “rubata”: attraverso lo sguardo, un ballerino del cerchio richiama l’attenzione di un membro della coppia danzante, chiedendogli il permesso di inserirsi al posto del suo compagno di ballo; se questo ricambia lo sguardo, nella successiva votata, ossia il momento culminante della strofa che corrisponde allo girare dei ballatori l’uno attorno all’altro, il nuovo ballatore si inserirà nella coppia estromettendo uno dei due e prendendone il posto.
I movimenti e passi della tammorriata non sono difficili da imparare, ma costituiscono un linguaggio coreutico che poche persone ormai conoscono.
La forza, l’entusiasmo, l’allegria della tammorriata continuano ad attrarre folle di appassionati, vecchi, giovani, ricchi, poveri, bambini e pazzi: questo ballo non ha età, non ha capi, è un incontro orizzontale in cui tutti possono partecipare.
Non perdetevi il laboratorio di Tammorriata che terrà la nostra cara lettrice Irene Gonzalez Reyero, napoletana verace e appassionata di danze popolari.
Nel seminario si spiegheranno brevemente le origini della tammorriata e i tratti costitutivi fondamentali, per poi passare alla dimostrazione pratica del ballo: movenze fondamentali e struttura musicale.
L'appuntamento è per MARTEDÌ 29 MAGGIO ORE 18:30 presso la SALA ADIACENTE ALLA CAFFETTERIA della EOI di BILBAO.
La tammorriata ha origini antiche, probabilmente relazionate con la tradizione coreutica legata al culto di Dioniso, con elementi fortemente simbolici e propiziatori di fertilità. Questo ballo infatti nasce in contesti contadini, e i suoi movimenti in origine richiamano alcuni movimenti caratteristici del mondo agricolo.
La tammorriata si balla in contesti festivi e celebrativi, soprattutto nelle feste religiose dedicate al culto della Madonna (specialmente nel periodo pasquale e nel mese di maggio), feste in cui si costituiscono nelle piazze e nelle strade del paese dei cerchi di persone in cui tutti possono partecipare, prendendo di volta in volta, e nel rispetto degli altri, il ruolo di cantori, suonatori e ballatori (o ballerini). Mentre i suonatori battono sulla tammorra (tamburo in dialetto campano), o suonano gli altri strumenti caratteristici come il Putitpù, il Triccheballacche o lo Scetavajasse, e i cantori intonano la melodia della canzone che vogliono cantare, dal cerchio si staccano due o tre coppie di ballatori, e cominciano a ballare al centro del cerchio mentre gli altri li osservano e li incitano. Le tammorriate possono durare anche molto tempo, per cui è fondamentale il “ricambio” dei ballerini, cosa che avviene soprattutto attraverso la “rubata”: attraverso lo sguardo, un ballerino del cerchio richiama l’attenzione di un membro della coppia danzante, chiedendogli il permesso di inserirsi al posto del suo compagno di ballo; se questo ricambia lo sguardo, nella successiva votata, ossia il momento culminante della strofa che corrisponde allo girare dei ballatori l’uno attorno all’altro, il nuovo ballatore si inserirà nella coppia estromettendo uno dei due e prendendone il posto.
I movimenti e passi della tammorriata non sono difficili da imparare, ma costituiscono un linguaggio coreutico che poche persone ormai conoscono.
La forza, l’entusiasmo, l’allegria della tammorriata continuano ad attrarre folle di appassionati, vecchi, giovani, ricchi, poveri, bambini e pazzi: questo ballo non ha età, non ha capi, è un incontro orizzontale in cui tutti possono partecipare.
Non perdetevi il laboratorio di Tammorriata che terrà la nostra cara lettrice Irene Gonzalez Reyero, napoletana verace e appassionata di danze popolari.
Nel seminario si spiegheranno brevemente le origini della tammorriata e i tratti costitutivi fondamentali, per poi passare alla dimostrazione pratica del ballo: movenze fondamentali e struttura musicale.
L'appuntamento è per MARTEDÌ 29 MAGGIO ORE 18:30 presso la SALA ADIACENTE ALLA CAFFETTERIA della EOI di BILBAO.
lunedì 14 maggio 2012
Michelangelo Pistoletto
Nell'ambito dell'arte povera, Pistoletto rappresenta l'avanguardia. Sempre alla ricerca di una ri-definizione dell'arte. Partendo dalla necessità di restituire un'immagine oggettiva del reale attraverso lo specchio in cui anche i visitatori sono parte intergrante dell'opera, l'artista cerca legami col mondo circostante. L'autoritratto diventa così l'autoritratto comune del mondo che lo specchio riflette in modo omogeneo, e può pertanto assurgere a emblema della verità. Ma perché lo specchio esista, ci vuole qualcuno davanti, un occhio che lo guardi. Si potrebbe pertanto definire lo specchio come punto zero della conoscenza e dallo specchio stesso diviso in due parti poste una vicina all'altra con un'angolatura specifica, si hanno i due progenitori di tutti gli altri specchi che si riflettono negli specchi primari all'infinito, come un corpo sociale quindi, e non solo individuale. Si tratta di un principio importante per una società che ha sempre usato il concetto di moltiplicazione secondo un criterio di accumulazione. Ma se, come prova Pistoletto con le sue opere specchianti, la moltiplicazione non è che una conseguenza della divisione, si può tradurre tale concetto in con-divisione e sostituire così il concetto di esclusione.
Da qui nascono poi altri progetti dell'artista biellese, quali la cittadellarte, o quello degli oggetti in meno, che vale la pena approfondire, cosí come l'idea del terzo paradiso a partire dal simbolo di infinito.
Al paradiso ancestrale in cui l'essere umano era integrato nella Natura, e a quello artificiale in cui oggi siamo totalmente immersi, se ne aggiunge un terzo che potrebbe essere il ventre procreativo della nuova società, per generare la gente nuova, cosciente di dover superare il momento tragico a cui ci stiamo avvicinando. L'arte diventa quindi elemento di trasformazione sociale e di coesistenza delle differenze. Come l'arte può entrare nel mondo reale, ce lo racconta il proprio Michelangelo Pistoletto in un'intervista.
Credete anche voi che l'arte svolga una funzione sociale? Quale o quali?
Speriamo di potervi presto offrire la possibilità di accedere direttamente o via internet alla registrazione video completa della conferenza di questo artista al Guggenheim di Bilbao la scorsa settimana. Era davvero un peccato perderla!
lunedì 7 maggio 2012
udite udite!
Questa settimana, dal 7 al 13 maggio si potranno ascoltare di nuovo le registrazioni fatte dagli studenti della EOI di Bilbao, su radio Tas-Tas 97.00 FM, nel programma per bambini Axa-mixa, dalle 8:00 alle 8:30, e dalle 10:00 alle 10:30 il fine settimana.
Protagonista la filastrocca di Gianni Rodari. Non perdetevelo!!!
sabato 5 maggio 2012
abusi e soprusi
Non è una novità che i tagli ai posti di lavoro continuino a colpire molte persone e che il grado di disperazione della gente comune sia sempre più elevato. Basti vedere l'elevato numero di suicidi degli ultimi tempi. Ma come è possibile che nemmeno i sindacati siano in grado di attuare la benché minima opposizione a tale politica di abusi e soprusi? Ne troviamo un'analisi interessante sul quotidiano Il manifesto, dove potrete postare i vostri commenti e leggere quelli di altri lettori e lettrici. Ma non dimenticate di farci avere la vostra opinione.
martedì 24 aprile 2012
Facciamo cambiare strada all'italia
"Facciamo cambiare strada all'Italia". Lo ripetono in tanti, da tutto il mondo della cultura e della scienza. E la strada è quella più sostenibile, meno inquinante e più vivibile che raccontano Margherita Hack, Susanna Tamaro, Marc Augè, Jovanotti. E ancora Paolo Belli, Nicola Savino, Ascanio Celestini, Litfiba, Max Pezzali e Filippa Lagerback. Si moltiplicano le adesioni alla manifestazione del 28 aprile a Roma organizzata dal movimento o #Salvaiciclisti - per la sicurezza dei cittadini che si spostano in bici - nato sul web a febbraio scorso per lanciare un messaggio a favore della ciclabilità urbana. In vista della "bicifestazione" ai Fori Imperiali, l'Adnkronos - a firma di Paolo Bellino - ha intervistato alcuni esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno deciso di sostenere #Salvaiciclisti lanciando un appello di partecipazione: "Il 28 aprile tutti a Roma ai Fori Imperiali, perché l'Italia cambi strada", questo lo slogan. Adesioni variegate e trasversali. Con alcuni messaggi, che sono insieme un appello a rendere più vivibili le nostre città.
Se volete prendere parte ad un'inchiesta portata avanti da Repubblica, potete esprimere la vostra opinione in merito a diversi aspetti ambientali.
Ma potremo davvero salvare l'ambiente scegliendo di pedalare un po' di più?
martedì 10 aprile 2012
sacco e vanzetti: la storia
Visto l'avvicinarsi dell'anniversario della condanna a morte degli emigranti italiani Sacco e Vanzetti, proponiamo come suggerisce Susana, una commemorazione e riflessione sulle ingiustizie troppo spesso perpetrate nei confronti di innocenti.
Si tratta di un caso giudiziario trascinatosi dal 1920 al 1927 che ebbe come protagonisti gli immigrati italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte il 15 aprile 1920 per l'omicidio di due uomini durante una rapina in un calzaturificio. La loro esecuzione provocò proteste in tutto il mondo. Il carattere puramente indiziario delle prove addotte contro i due italiani che erano attivisti anarchici) attirarono sulla corte accuse di faziosità dettata da motivi razziali e politici. La richiesta di riaprire il caso venne sistematicamente rifiutata, anche quando un altro detenuto,condannato a morte, confessò di aver preso parte alla rapina. Solo nell'agosto 1977 il governatore del Massachusetts Michael Dukakis riconobbe in un documento ufficiale gli errori commessi nel processo, riabilitando completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
Sul caso numerose le pubblicazioni e il bellissimo e commovente film Sacco e Vanzetti del 1971, diretto da Giuliano Montaldo, con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla e accompagnata dalle musiche di Ennio Morricone. Ne proponiamo uno spezzone. Anche Joan Baez compose in loro memoria una ballata di cui vi proponiamo l'ascolto .
mercoledì 28 marzo 2012
Tabucchi: leggere per non dimenticare
Domani i funerali di Antonio Tabucchi, scrittore pisano di nascita ma anche portoghese nell'anima, per la sua grande passione verso questo Paese,e per il suo noto legame con lo scrittore portoghese Fernando Pessoa.
Il modo in cui Fabio Fazio lo ha ricordato nell'ultima puntata di Che tempo che fa , riassume una parte essenziale della sensibilità di Tabucchi.
"Gli scrittori continuano a vivere finché li leggiamo", afferma la direttrice di Casa Pessoa in un articolo su Il sole 24 ore
E certamente noi continueremo a leggerlo.
Il modo in cui Fabio Fazio lo ha ricordato nell'ultima puntata di Che tempo che fa , riassume una parte essenziale della sensibilità di Tabucchi.
"Gli scrittori continuano a vivere finché li leggiamo", afferma la direttrice di Casa Pessoa in un articolo su Il sole 24 ore
E certamente noi continueremo a leggerlo.
lunedì 19 marzo 2012
scrivere un libro io? e perché no?
In Italia, ma probabilmente anche in altri posti, poter veder pubblicato un proprio libro non è più solo un sogno nel cassetto. Basta rivolgersi a ilmiolibro.it, e potrete dare alle stampe quel che un editore magari non saprebbe apprezzare.
Spesso si sono scoperti fior di manoscritti nel fondo dei cassetti di vecchie scrivanie. E perché non condividere con altre persone il piacere della scrittura, chi come autore o autrice, chi come lettore o lettrice? Crediamo forse di non essere all'altezza di scrivere? E perché non provarci.
Non mancate l'opportunità di inviare il vostro contributo per il quarto numero di Voci, la rivista del dipartimento di italiano della EOI di Bilbao. Qualcuno che ci legge c'è.
lunedì 12 marzo 2012
Il posto fisso, che noia!
Le dichiarazioni di qualche tempo fa del primo ministro Monti, hanno suscitato non poche polemiche. Eccovi un passo dell'articolo di Marco d'Eramo pubblicato sul quotidiano il manifesto il 3 febbraio scorso.
«Che noia signoremio il posto fisso: non per niente il lavoro a vita gli antichi lo chiamavano ergastolo. I giovani sono proprio strani: non capisco proprio perché aspirino a una tale condanna. Perché non ambiscono a uno spassoso interinato? Lavorare deve darci il brivido degli amori fugaci: per me già un contratto Cococo è una routine insopportabile. E non mi venga a raccontare che in Italia il 31% dei giovani è disoccupato. Lo sono perché non vogliono rischiare l’inebriante esperienza del lavoro giornaliero. Non hanno l’audacia di allargare i loro orizzonti: i ruvidi caporali possono essere così affascinanti! Vuole mettere quanto è più stimolante un bel posto precario in nero, magari da sguattero a Porta Ticinese, rispetto al trantran di un travet? E per favore la smetta con la litania dei più di due milioni di italiani tra i 55 e i 65 anni che non lavorano più ma non hanno ancora diritto alla pensione: tanto da adesso dovranno aspettare fino a 67 anni. Lei dice che sono sul lastrico: invece vivono on the road».
Ma la battuta gli sarà scappata o gli viene proprio da dentro? Ormai è tradizione tra i politici italiani fare dichiarazioni di questo tipo. Ricordate Michel Martone che dichiarò che chi ancora non è laureato a 28 anni è uno «sfigato»), o Padoa Schioppa quando definí «bamboccione» chi è costretto a vivere a casa dei genitori?
«Che noia signoremio il posto fisso: non per niente il lavoro a vita gli antichi lo chiamavano ergastolo. I giovani sono proprio strani: non capisco proprio perché aspirino a una tale condanna. Perché non ambiscono a uno spassoso interinato? Lavorare deve darci il brivido degli amori fugaci: per me già un contratto Cococo è una routine insopportabile. E non mi venga a raccontare che in Italia il 31% dei giovani è disoccupato. Lo sono perché non vogliono rischiare l’inebriante esperienza del lavoro giornaliero. Non hanno l’audacia di allargare i loro orizzonti: i ruvidi caporali possono essere così affascinanti! Vuole mettere quanto è più stimolante un bel posto precario in nero, magari da sguattero a Porta Ticinese, rispetto al trantran di un travet? E per favore la smetta con la litania dei più di due milioni di italiani tra i 55 e i 65 anni che non lavorano più ma non hanno ancora diritto alla pensione: tanto da adesso dovranno aspettare fino a 67 anni. Lei dice che sono sul lastrico: invece vivono on the road».
Ma la battuta gli sarà scappata o gli viene proprio da dentro? Ormai è tradizione tra i politici italiani fare dichiarazioni di questo tipo. Ricordate Michel Martone che dichiarò che chi ancora non è laureato a 28 anni è uno «sfigato»), o Padoa Schioppa quando definí «bamboccione» chi è costretto a vivere a casa dei genitori?
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